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Via della Seta, così la propaganda cinese usa l’Italia come sponsor

Medaglia di bronzo. L’Italia è al terzo posto fra i Paesi più entusiasti della Via della Seta cinese nel mondo. A dare in bella vista la notizia è l’agenzia di Stato cinese Xinhua, che pubblica i risultati di un sondaggio condotto dal China Foreign Languages Bureau, il “China National Image Global Survey Report 2018”. “La Belt and Road Initiative proposta dalla Cina guadagna sempre più popolarità nel mondo” annuncia in apertura l’agenzia governativa.

Segue la classifica dei Paesi con le percentuali di intervistati che hanno mostrato “la più alta consapevolezza dell’iniziativa”. Nell’ordine ci sono: India (50%), Giappone (43%), Italia (40%), Corea del Sud (30%) e Russia (30%).

“Consapevolezza” non necessariamente coincide con entusiasmo. La notizia è comunque accolta come un successo dall’agenzia di stampa. “Gli impatti positivi dell’iniziativa sono stati ampiamente affermati, ha spiegato il report, notando che gli intervistati nei Paesi in via di sviluppo hanno a lungo riflettuto sull’impatto su di loro come individui, nei loro Paesi, e sulle economie regionali e globali”.

L’agenzia sta facendo il giro dei siti legati al governo cinese e trova spazio sulla stampa nazionale. La Beijing Review, storica rivista settimanale in lingua inglese fondata dal governo nel 1958, apre così l’homepage: “L’immagine della Cina brilla più luminosa”. La performance cinese negli affari domestici e internazionali, prosegue l’articolo, è “sempre più apprezzata”.

Non è la prima volta che sulla stampa governativa cinese il nome dell’Italia viene chiamato in causa per sponsorizzare la nuova Via della Seta. Da quando il governo Lega-Cinque Stelle ha firmato il memorandum of understanding (Mou) per aderire al progetto lo scorso marzo in occasione della visita a Roma del presidente cinese Xi Jinping, il Bel Paese viene continuamente tirato in ballo come esempio virtuoso da seguire per chi ancora fosse titubante.

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