Il premier illustra alla Camera le misure da incastonare nel nuovo Dpcm. Niente lockdown nazionale, ma possibilità di serrate locali in base all’indice Rt. Didattica al 100% a distanza nelle superiori e trasporto pubblico con capienza al 50%
Non ci sarà un nuovo lockdown nazionale, non in stile marzo-aprile, almeno. Giuseppe Conte non ha disatteso le aspettative quando, poco dopo le 12, ha preso la parola alla Camera per illustrare le misure da incastonare nel prossimo Dpcm che vedrà la luce tra stasera e domani mattina.
LE MISURE
Nell’attesa di leggere il Dpcm di domani, ecco le misure indicate da Conte. Tanto per cominciare, le scuole. E cioè didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori con possibilità di estensione fino alle medie. “Introduciamo a livello nazionale la possibilità che le scuole secondarie di secondo grado possano passare anche integralmente alla didattica distanza”, ha spiegato Conte. E poi capienza al 50% nei mezzi pubblici, limiti alla mobilità fra Regioni a rischio e alla circolazione delle persone in tarda serata.
Non è finita. C’è la chiusura dei musei, delle sale bingo e scommesse e lo stop ai videogiochi ovunque siano collocati. Anche i centri commerciali rimarranno chiusi nel fine settimana, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari e tabacchi che si trovano all’interno. Il governo prevede poi a livello nazionale di adottare “limiti di spostamento da e verso le Regioni che presentano elevati livelli di rischio, tranne che per motivi di lavoro, salute e comprovate necessità”.
NO A UN LOCKDOWN COME IN PRIMAVERA
L’asse portante delle decisioni del governo è comunque il no senza se e senza ma a nuovi lockdown, perché “se facessimo un lockdown come nella prima ondata finiremmo per sbagliare strategia”. Se mai ci saranno insomma, saranno solo ed esclusivamente a livello locale. “Nel prossimo Dpcm saranno definite 3 aree di rischio: a seconda del coefficiente, una singola Regione entrerà a una delle tre aree. L’ingresso e l’uscita di un territorio da una fascia sarà stabilito da un’ordinanza del ministero della Salute”.
TRA VENTILATORI E TAMPONI
Ultimo capitolo, l’approvvigionamento del sistema sanitario. “Il rallentamento della distribuzione di posti letto e ventilatori”, ha detto Conte, “è anche legato alla diversa situazione clinica rispetto alla prima ondata”. Il primo ministro ha fornito alcuni dati in merito alla strumentazione per affrontare l’epidemia, la cui distribuzione è in carico al commissario Domenico Arcuri: nei prossimi giorni saranno distribuiti oltre 10 milioni di test rapidi alle Asl, da utilizzare anche nelle scuole. L’obiettivo, contando anche ai molecolari, è di arrivare a 350 mila tamponi al giorno. Dal punto di vista delle terapie intensive, i mancanti 1.789 ventilatori verranno distribuiti in maniera progressiva”.