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Non più cenerentola, ma nuovo perno geopolitico: la Grecia diventa grande

Atene come nuovo perno strategico tra Mediterraneo, Balcani e Medioriente. Si è lasciata alle spalle le crisi economiche e istituzionali e, dopo i corteggiamenti di Cina e Russia, punta a diventare alleata di primo livello di Stati Uniti, Francia e Israele. Il primo di tre approfondimenti che Formiche.net dedicherà alla Grecia: il suo nuovo ruolo geopolitico

Non più un paese in perenne affanno e alla ricerca spasmodica di equilibrio e linee di credito. La Grecia, a un anno e mezzo dalla nascita del governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis, inizia a raccogliere i frutti di un rapido e significativo cambiamento di pelle. Con la troika alle spalle, pur con il debito maggiore in Ue (al 190% del pil), Atene sta progressivamente diventando un avamposto di innovazione e stabilità politica, molto più dell’Italia (presente con RFI nelle ferrovie greche di Treinose)

I risultati parlano di big player come Tesla e Microsoft che vi stanno investendo massicciamente, di un peso geopolitico in costante crescita tra gasdotti, frontiera con la Turchia e relazioni con Usa, Francia e Israele. Ulteriore tassello di quello schema che vede un polo atlantico marciare unito nelle dinamiche mediterranee (anche del gas): la visita del primo ministro Kyriakos Mitsotakis oggi a Cipro e Israele dimostra una volta di più la densità delle nuove alleanze.

SVOLTA

Perché la Grecia ha cambiato status in maniera così repentina? Durante i giorni critici della crisi finanziaria del 2012, due super players avevano effettivamente creato le condizioni per un canale diretto e ultra invasivo con Atene. Le interlocuzioni cinesi e russe nell’Egeo si erano fatte intense e determinanti, come non mai. Abbastanza per richiamare Ue e Usa ad una riequilibratura di matrice politica, che si è sapientemente mescolata ad una oggettiva verve riformatrice del governo che sta portando investimenti e nuove opportunità nell‘Egeo.

In secondo luogo ecco la geografia del paese a recitare un ruolo: la Grecia è di fatto la porta verso il costone balcanico (interessato dalle politiche di allargamento dell’Ue ma anche dall’iper attivismo in loco di Cina, Russia e Turchia) oltre che essere punto di osservazione privilegiato verso il Medio Oriente. La contemporanea presenza su suolo e acque greche di tre gasdotti come il Tap, il Tanap e l’Eastmed (quando sarà ultimato) la trasformano in soggetto primario dell’intero versante mediterraneo che va da Gibilterra all’Anatolia.

DA EST A OVEST (DOPO TSIPRAS)

Le relazioni internazionali con gli Usa hanno subito una svolta nella seconda parte dell’amministrazione Tsipras. La spinta verso una riconsiderazione del bacino mediterraneo, dopo il sostanziale disimpegno di Trump da Libia e Siria, è stata da sempre un’obiettivo del Dipartimento di Stato e il versante militare e geopolitico ha rappresentato il primo step. Dopo la privatizzazione cinese del porto ateniese del Pireo con Cosco c’è stata quella del porto di Salonicco dove nel consorzio vincitore figura l’oligarca ellino-russo Ivan Savvides, molto vicino al Cremlino, oltre che i francesi di Terminal Link e i tedeschi di Deutsche Invest Equity Partner. Lo avranno in concessione per 34 anni dopo aver investito di 1,1 miliardi di euro.

Terminal Link è una sussidiaria di Cma Cgm, una delle maggiori società al mondo nel settore della navigazione. Di base a Marsiglia, dal 2004 è ospitata in una torre che è presto divenuta uno status mondiale grazie al progetto realizzato dall’architetto britannico di origine irachena Zaha Hadid, ed è presente in oltre 160 paesi attraverso la sua rete di oltre 600 agenzie, con più di 29mila dipendenti in tutto il mondo. Un colosso.

EQUILIBRI

Gli Usa quindi hanno compreso come fosse utile privatizzare il porto settentrionale di Alexandrupolis: non solo snodo delle pipeline del gas, ma punto di partenza della via Carpatia, la nuova “autostrada della Nato” che in verticale risalità fino in Lituania. Le procedure per la gara sono in fase conclusiva: i candidati sono il consorzio composto da Quintana infrastructure & development cameron Sa- Goldair cargo ae- Bollore Africa Logistics da un lato e quello di matrice euroamericano composto dalle società del Black Summit financial group – Euroports-Efa Group e Gek Terna.

Quintana Infrastructure & Development LLC (QID) è una holding di investimenti e una società operativa con sede a Houston, Texas. Bollore Africa Logistics è di proprietà del miliardario francese Vincent. Mentre Black Summit è una società di consulenza finanziaria e gestione patrimoniale indipendente con sede negli Stati Uniti che ha confermato il proprio interesse anche per il porto di Kavala.

Le infrastrutture, dunque, come cartina di tornasole di mosse e contromosse che hanno nella diplomazia il punto cardinale. Lo dimostra un altro passo diretto in politica estera, come la decisione di riaprire l’ambasciata greca a Tripoli, in particolare alla luce degli sviluppi politici come l’elezione del Presidente di transizione Mohamed Menfi. Parallelamente verranno avviate le procedure necessarie anche per l’apertura del Consolato Generale di Grecia a Bengasi.

Mentre, più in generale, la Grecia cura meticolosamente le relazioni con altri partner strategici come Cipro, Israele, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania ed Egitto.

Inoltre è vicino un investimento americano di 54 milioni Macedonia del nord per il progetto di interconnessione del gasdotto che va dalla Grecia al Kosovo e in Serbia. In questo modo, il paese confinante acquisisce un ruolo primario nella partita dell’indipendenza della Serbia dalla Russia e al contempo segnala ulteriormente la valenza della Grecia come avamposto, stabile e atlantista, verso il costone balcanico.

NON SOLO BALCANI

Se a nord ovest è il costone balcanico il principale cono di interesse delle proiezioni geopolitiche elleniche, a sud e a est c’è la macro area mediterranea a giocare un ruolo sostanziale in virtù dei reiterati attacchi ricevuti dalla Turchia: come è noto Erdogan avanza pretese sul gas in Grecia e a Cipro senza alcun appoggio del diritto internazionale.

Proprio in virtù delle continue provocazioni turche la Grecia ha allacciato solide relazioni con la Francia, da cui ha acquistato 18 caccia Rafale che prenderanno il posto dei Mirage 2000. Inoltre 85 caccia F-16 sono in fase di aggiornamento nella configurazione Viper e la Grecia sta pensando di acquistare fregate statunitensi o francesi (la partita è ancora aperta).

Una mossa che segue l’acquisto dagli Usa di elicotteri Kiowa di seconda mano, dallo scorso anno di stanza a Volos, e soprattutto la grande partita militare che vede il perno nella base cretese di Souda Bay, il cui raddoppio rappresenta un cambio di schema americano rispetto alla base turca di Incirlik e potrebbe mettere in secondo piano altre basi nel Mediterraneo.

Lo scorso anno l’allora Segretario di Stato, Mike Pompeo, è stato in Grecia due volte, la seconda delle quali ospite nella magione del premier Mitsotakis a Creta. I due paesi hanno raggiunto un accordo militare per l’utilizzo Usa di quattro basi in terra ellenica. Al momento ve ne sono a Eleusis, Hellenikon Air Base, Aktion, Souda Bay oltre a quelle di appoggio a Corfù e Rodi. Dal 2018 si dice che sia giunto in Grecia un cavo per le telecomunicazioni e per l’approvigionamento di energia elettrica, che sarebbe stato impiantato in un’isola disabitata che diventerà la nuova base dell’aeronautica militare americana da cui far decollare caccia e ricognitori.

A Souda Bay inoltre è operativo anche un centro di formazione Nato.

twitter@FDepalo


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