La leggendaria nave dell’esploratore britannico Sir Ernest Shackleton è stata ritrovata sul fondale del mare di Weddell, in Antartide. A più di un secolo dal suo affondamento, il relitto di Endurance (resistenza, o perseveranza, in inglese) è stato preservato eccezionalmente dalle acque gelide e pressoché prive di organismi in grado di intaccare il legno (qui il filmato in alta definizione).
Shackleton e i suoi intendevano attraversare l’Antartide con le slitte e i cani, passando per il Polo Sud. Tuttavia, Endurance rimase catturata dai ghiacci e affondò nel 1915, costringendo i 28 membri dell’equipaggio a un’incredibile missione di autosalvataggio a piedi e via mare, utilizzando le lance tratte in salvo dal relitto e trascinate sui ghiacci.
Il comandante della spedizione riuscì a riportare a casa tutti i membri dell’equipaggio, sani e salvi (fatta eccezione per un piede amputato) dopo 522 giorni dall’ultima tappa nella civiltà. Gli esploratori raggiunsero un’isoletta sperduta nelle isole Shetland meridionali e attesero per mesi che Shackleton, imbarcato su una lancia di sette metri con altri cinque uomini, raggiungesse la Georgia del Sud (attraversando uno dei tratti di mare più ostili sul pianeta, usando solo un sestante e un cronometro) e tornasse con i soccorsi.
L’impresa, considerata l’epilogo dell’epoca aurea dell’esplorazione antartica, è stata documentata dal fotografo di bordo Frank Hurley e dai diari personali di diversi membri dell’equipaggio, tra cui quello dello stesso Shackleton. Il relitto dell’Endurance (originariamente 43,9 metri di lunghezza e oltre 300 tonnellate di stazza) è stato rinvenuto esattamente a cent’anni dal giorno della sua sepoltura.
(Testo: Otto Lanzavecchia)