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Cooperazione, l’Italia nel Golfo mossa da Med-Or

Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, è stato recentemente protagonista di una visita in Emirati Arabi, Qatar, e Bahrein rappresentativo del modo con cui il sistema-paese italiano dialoga con i Paesi partner del Golfo, ossia del Mediterraneo allargato

Il vertice del Negev, gli attacchi Houthi contro il petrolio saudita (ed emiratino), il ruolo di Doha, Manama, Abu Dhabi e Riad nel processo di differenziazione energetica dalla Russia, ma anche i grandi piani per sganciare le economie del Golfo dagli idrocarburi, la spinta che le nuove generazioni stanno dando all’evoluzione di quei Paesi, il ruolo che questi intendono giocare negli affari globali, i problemi strutturali a cominciare da quelli connessi alla sicurezza (con particolare attenzione ai rischi striscianti del terrorismo jihadista).

Il Medio Oriente è centro di dinamiche che influenzano direttamente gli affari internazionali e che in direzione opposta ne sono influenzati. E tutto avviene in una regione che è parte del Mediterraneo allargato, ossia dell’area di diretta proiezione della politica estera italiana. Ragione per cui Roma continua a mantenere attivissimo il canale di dialogo.

Che avviene sia secondo le classiche forme istituzionali, sia attraverso meccanismi laterali, come quello innescato dalla Fondazione Med-Or di Leonardo. Cooperazione e dialogo culturale, collaborazione economica-industriale-commerciale, discussione comune degli sviluppi geopolitici, ma anche cyber-security e monitoraggio (satellitare) dei cambiamenti climatici: sono questi i temi di contatto tra l’Italia e il Golfo che la struttura guidata dal presidente Marco Minniti ha messo sul tavolo in una recente visita nella regione.

L’ex ministro italiano, dal 24 al 28 marzo, ha visitato Emirati, Bahrein e Qatar, passando dall’Expo di Dubai al Forum di Doha. Tra gli incontri quello con la ministra della Cooperazione Internazionale degli Emirati Arabi Uniti, Reem Al Hashimi, con cui ha parlato degli ultimi sviluppi geopolitici e ha concordato sulla necessità di lavorare insieme per una migliore intesa e cooperazione tra gli Emirati e l’Italia, come pure l’Europa. O quelli in Bahrein con il ministro delle Finanze e dell’Economia Nazionale, Salman bin Khalifa Al-Khalifa, con il ministro dell’Interno, il generale Rashid bin Abdullah Al Khalifa e con alcuni consiglieri di re Hamad bin Isa Al Khalifa e altri rappresentanti del governo nel campo dell’alta formazione e della sicurezza sanitaria.

In Qatar è stata firmata una “Lettera d’intenti” con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale qatarino che la Fondazione spiega avere come “oggetto una serie di potenziali aree di cooperazione, tra cui i legami culturali, anche attraverso attività di alta formazione e ricerca soprattutto nei campi dell’alta tecnologia e innovazione”. L’intesa segue un’altra visita di Minniti a Doha.

La possibilità di collaborare negli ambiti dell’alta formazione, della cooperazione medica, dell’insegnamento della cultura e della lingua araba in Italia e della lingua italiana in Bahrain è stata anche uno dei temi discussi a Manama, dove i funzionari locali hanno ringraziato l’Italia per il supporto nel contrasto alla pandemia – in particolare l’invio di due specialisti di terapia intensiva dell’Ospedale Gemelli di Roma, i quali nella fase più acuta della diffusione virale hanno permesso al regno di sviluppare protocolli di intervento efficaci contro i casi severi del Covid.



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