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Africa libera (dai debiti con la Cina). Il viaggio di Kamala Harris

​La vicepresidente degli Stati Uniti vuole riaffermare il ruolo di Washington nel Continente nero e convincere la Cina a rinegoziare i prestiti che strozzano le economie in via di sviluppo

Un viaggio in Africa, il primo, per Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti. Che la porterà in Ghana, Tanzania e Zambia. Harris incontrerà leader politici, uomini d’affari e rappresentanti della società civile per approfondire le relazioni diplomatiche e promuovere la cooperazione economica tra gli Usa e questi Paesi. Ma soprattutto, parlerà di debito, quello che affligge e strozza molte delle economie del Continente e che nasce dagli accordi stretti con la Cina.

Il Dragone, non è certo un mistero, è il principale finanziatore dei Paesi africani, i quali però spesso finiscono vittime di prestiti-trappola, che prevedono la vendita o la cessione di interi asset industriali in caso di insolvenza. Ed è proprio per questo che Harris, consapevole del fatto che gli Stati Uniti, di concerto con il Fondo monetario internazionale, stanno tentando di spingere la Cina a rinegoziare i debiti, discuterà dell’impegno di Pechino nelle questioni tecnologiche ed economiche in Africa, nonché del coinvolgimento della Cina nella ristrutturazione.

Obiettivo, insomma, fare da testa di ponte con il Dragone e ridare fiato e ossigeno alle economie africane. Lo Zambia, il primo paese africano a dichiarare default sul proprio debito sovrano durante la pandemia, sta in questo senso lavorando con i suoi creditori, compresa la Cina, per raggiungere un accordo. “Non chiediamo ai nostri partner in Africa di scegliere”, è trapelato da una fonte vicina all’entourage della Harris, secondo Reuters, ma “gli Stati Uniti hanno vere preoccupazioni per alcuni comportamenti della Cina in Africa”.

Tornando alla visita del vicepresidente degli Stati Uniti, si tratta di una delle trasferte di più alto livello nel continente dai tempi dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Dall’inizio dell’anno l’attività politico diplomatica americana in Africa è stata intensa, con i viaggi del segretario di Stato americano Antony Blinken, del segretario al Tesoro Janet Yellen, della moglie del presidente Joe Biden, Jill e della rappresentante permanente presso le Nazioni unite, Linda Thomas-Greenfield che hanno visitato diversi Paesi.

La crescente influenza della Cina sul continente africano è la ragione alla base di queste visite: gli Stati Uniti sono preoccupati e vogliono promuovere maggiori investimenti privati nel continente per far progredire le relazioni commerciali. Pechino, d’altronde, ha investito molto in Africa negli ultimi due decenni, in particolare in infrastrutture, miniere, legname e pesca. E anche in debito.

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