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Gas a Cipro, Chevron avanza. Si rafforza l’asse Nicosia-Washington

La ripresa delle indagini sottomarine arriva in un momento delicato nel Mediterraneo orientale, dove le elezioni turche rappresentano un punto di svolta per via delle gravi condizioni economiche di Ankara, connesse alle mire sui giacimenti

Mentre a Limassol giorni fa è arrivato il sommergibile americano USS San Juan della sesta flotta, ecco che Chevron annuncia nuove perforazioni nel campo Aphrodite della Zee cipriota. L’obiettivo è confermare le quantità stimate del giacimento e, quindi, procedere alla programmazione del relativo sfruttamento. Un’iniziativa che non è solo tecnica o economica, ma che presenta precisi riverberi geopolitici, dal momento che si inserisce in un contesto di forti tensioni nell’area del Mediterraneo orientale. La Turchia, alle urne tra un mese, versa in condizioni economiche difficili e punta tutto sul gas per non dover bissare le conseguenze dell’inflazione e della crisi della lira.

Si trivella

Anche nei vicini campi Kronos e Zeus è prevista una perforazione di conferma da parte della società italiana Eni verso la fine dell’anno, forse anche all’inizio del 2024. Lo ha annunciato il ministero dell’energia di Nicosia, Giorgos Papanastasiou. Circa la perforazione a Glaukos a breve dovrebbe essere annunciata la decisione dell’altro grande player impegnato, Exxon Mobile. Tre le strade da seguire una volta terminare le indagini: inviare il gas in Egitto, ma sarebbe poi necessario costruire un’infrastruttura tramite Eni; utilizzare l’infrastruttura di proprietà di Bp; infine in prospettiva si lavora anche all’ipotesi di una stazione di liquefazione o un’unità galleggiante di gassificazione, per motivi di sicurezza dell’approvvigionamento, poiché il mercato cipriota di per sé è troppo risicato per essere attraente. A quest’ultima ipotesi starebbero già lavorando alcune aziende israeliane.

EastMed si o no

Se l’opzione rigassificatore dovesse essere avallata, significherebbe un passo indietro sul gasdotto EastMed, che secondo il ministro dell’Energia cipriota è “un progetto geopolitico che per sopravvivere a investimenti multimiliardari deve avere un orizzonte di recupero”, aggiungendo che EastMed non ha un orizzonte di rimborso perché il gas naturale ha una data di scadenza a causa del green deal. Il ministro da tempo ha spiegato che “quelli che sopravvivono sono piccoli progetti” e ha affermato che la politica energetica nazionale si baserà su progetti più piccoli che porteranno il gas naturale a Cipro e utilizzeranno parte del gas naturale della regione per la produzione di energia. Quindi più soluzioni in stile Piombino che nuove pipeline.

Scenari

Complessivamente la presenza nel Mediterraneo orientale dei maggiori player petroliferi rappresenta l’elemento che caratterizza le contromosse dei grandi avversari degli Usa, Pechino e Mosca su tutti, con l’inserimento di Ankara che, tramite il memorandum siglato con la Libia (contestato dalla Grecia), punta a essere parte in causa. Sarà fondamentale riflettere analiticamente sul tempo durante il quale quel nuovo e copioso gas presente nel Mediterraneo orientale potrà essere sfruttato accanto ad elementi di contingenza come il ruolo turco.

Le imminenti elezioni del prossimo 14 maggio hanno subito un colpo mediatico a causa del malore di Erdogan, che ha cancellato le apparizioni pubbliche che avrebbe fatto ieri così come quella alla centrale nucleare di Akuyyu, dove si sarebbe dovuta svolgere la cerimonia di ricevimento del combustibile nucleare dalla Russia. I conti pubblici scontano la scelta del presidente di far scendere i tassi di interesse per mantenere viva l’illusione della crescita, con danni oggettivi alla lira, crollata. Quale il ruolo del gas in questo contesto? Ankara, che annuncia la scoperta di gas naturale per un valore di oltre 500 miliardi di dollari nel Mar Nero, ha compreso che la partita sulle risorse sottomarine è parallela, per la sua sopravvivenza politica, a quella elettorale.



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