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F-35 in Grecia, c’è l’annuncio ufficiale. E Atene fa un salto (geo)politico

Lo ha confermato l’ex ministro della difesa Nikos Panagiotopoulos. I caccia seguono i 18 Rafale acquistati dalla Francia e soprattutto il raddoppio della base som di Souda bay a Creta: nell’area mediterranea che si affaccia su Medio Oriente e Caucaso l’ultra invasività turca ha spinto Atene a riconsiderare i propri obiettivi

C’è una data esatta per la consegna dei primi due F-35 alla Grecia dopo trattative e (mezzi) annunci durati anni. Entro il 2028 i primi due caccia di quinta generazione verranno consegnati alla Grecia. Lo ha detto l’ex ministro della difesa Nikos Panagiotopoulos, chiudendo il libro dei tanti dubbi sollevati da players concorrenti regionali impegnati a contrastare il necessario rafforzamento di Atene, reso tale dalla densità dei dossier interessati, primo fra tutti la sicurezza energetica e le relazioni geopolitiche che toccano Usa, Turchia e Cipro.

Via libera Usa

Il procedimento burocratico di vendita è stato approvato dal senatore statunitense Jim Risch, il repubblicano più anziano nella commissione per le relazioni estere del Senato. Nello scorso febbraio il presidente della commissione, il senatore statunitense Bob Menendez, aveva vidimato l’accordo, contando sull’appoggio del copresidente repubblicano Michael McCaul e del democratico Gregory Meeks.

Risale allo scorso anno la richiesta ufficiale avanzata dalla Grecia agli Usa per venti caccia della Lockheed Martin, ma le interlocuzioni del governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis sono datate 2021 e nascono ancora prima, ovvero da quanto l’allora Segretario di Stato Mike Pompeo aveva siglato un memorandum d’intesa con Atene per quattro basi su suolo ellenico, con l’obiettivo di un progressivo disimpegno dalla base turca di Incirlik, dovuta essenzialmente alla postura filo russa di Recep Tayyip Erdogan.

Il ruolo di Atene

I caccia seguono i 18 Rafale acquistati dalla Francia e soprattutto il raddoppio della base som di Souda bay a Creta che diventerà il nuovo avamposto Usa tra Mediterraneo e Medio Oriente.

Gli equilibri tra Grecia e Turchia, oltre che il ruolo ellenico di player energetico alla luce delle nuove scoperte nel Mediterraneo orientale e del contemporaneo passaggio di Tap, Igb e rigassificatore ad Alexandroupolis, rendono necessario un rafforzamento della Difesa greca, che in questo modo effettuerà uno step fondamentale sia nelle dinamiche internazionali che nell’area mediterranea che si affaccia su Medio Oriente e Caucaso.

L’ultra invasività turca nel dossier energetico ha spinto Atene a riconsiderare i propri investimenti nel settore della difesa, dopo aver saldato vecchie e nuove alleanze con Usa, Francia, Israele, Cipro ed Egitto. Alla luce di questo quadro appare chiaro che il combinato disposto dei Rafale e degli F-35 farebbe fare alla Grecia un significativo salto in avanti rispetto ai concorrenti nella macro regione in questione. L’Egeo ha cambiato pelle negli ultimi tre anni: l’acuirsi delle tensioni con la Turchia e il contemporaneo passaggio di gasdotti che fa della Grecia il nuovo gas-hub del Mediterraneo, con precise implicazioni di carattere geopolitico ed economico, meritano iniziative dedicate. Come appunto quella degli F-35.

Distensione?

Vengono definiti fitti i contatti degli ultimi giorni tra Atene e Ankara, con la tendenza a riavviare un rapporto più funzionale e aprire nuovi canali di comunicazione. I due ministri della difesa, Stefanis e Guler, si incontreranno a margine del vertice ministeriale della Nato la prossima settimana. Inoltre Washington intende mantenere la Turchia in un’orbita occidentale e lo dimostra il rafforzamento delle forze Nato in Kosovo, a guida turca.

Dalle isole del Dodecaneso, dove si trova per gli ultimi giorni di campagna elettorale in vista del secondo turno previsto per domenica 25 giugno, il premier greco Mitsotakis invia ad Erdogan un messaggio distensivo: “Voglio mandare ancora un messaggio di amicizia alla Turchia. Non siamo destinati ad essere nemici, ad avere un clima di tensione costante. Ma per risolvere l’unico problema che abbiamo, la delimitazione della Zee e della piattaforma continentale, occorrono una relazione amichevole e il diritto internazionale”.

La risposta di Erdogan si ritrova nel viaggio a Cipro, nella parte occupata (Katekomena) dal leader turco-cipriota Ersin Tatar. Le discussioni toccano la politica cipriota di Ankara e la tabella di marcia della Turchia verso il Mediterraneo orientale. Dopo la sua visita nello pseudo-Stato, Erdogan si recherà martedì in Azerbaigian, dove incontrerà il suo omologo, Ilham Aliyev. L’obiettivo principale del loro incontro sarà esplorare le opportunità per rafforzare la cooperazione sulla rotta Ankara-Baku.

@FDepalo

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