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L’Ue non piace a Bengasi? Perché la Cirenaica di Haftar ha bloccato Team Europe

La missione del Team Europe a Bengasi, guidata dal commissario UE Brunner e da tre ministri dell’Interno, è stata bloccata e dichiarata “persona non grata” dal governo dell’Est libico. L’episodio riflette tensioni geopolitiche crescenti, con un ruolo attivo della Russia nella regione

Una delegazione europea di alto livello è stata fermata oggi all’aeroporto di Benina, a Bengasi, dove era giunta per una missione ufficiale nell’ambito dell’iniziativa “Team Europe” dedicata alla gestione dei flussi migratori. Il gruppo, guidato dal commissario UE per gli Affari interni e le Migrazioni, Magnus Brunner, e composto dai ministri dell’Interno di Italia (Matteo Piantedosi), Malta (Byron Camilleri) e Grecia (Thanos Plevris), è stato bloccato dalle autorità dell’Est libico, che hanno dichiarato la delegazione “persona non grata”.

Secondo un documento diffuso dal governo parallelo della Cirenaica, che si muove sotto il controllo militare del clan Haftar, la visita non era conforme alle nuove disposizioni imposte da una recente circolare sulle attività diplomatiche straniere. Nel testo si legge che l’episodio è stato un “chiaro superamento delle consuetudini diplomatiche e dei trattati internazionali” e una “mancanza di rispetto alla sovranità nazionale libica e una palese violazione delle leggi del Paese”.

Durante la visita, i rappresentanti europei avrebbero avuto in programma incontri con autorità locali, tra cui esponenti del Fondo per la Ricostruzione e lo Sviluppo della Libia guidato da Belgassem Haftar, figlio del generale Khalifa Haftar, capofamiglia e guida ispiratrice della più forte milizia libica (nota come Libyan National Army, Lna).

Ma “dopo l’arrivo della delegazione all’aeroporto internazionale di Benina”, le autorità hanno notificato ai funzionari europei “l’obbligo di lasciare immediatamente il territorio libico e considerarli persone non gradite”.

L’obiettivo della missione europea era rafforzare la cooperazione sul controllo delle frontiere e il contrasto alle reti di trafficanti, in risposta al crescente numero di partenze verso l’Europa, in particolare verso Creta.

L’episodio riflette le persistenti tensioni tra le istituzioni europee e il governo di Bengasi, storicamente diffidente nei confronti delle ingerenze occidentali in materia di migrazione e sicurezza. Secondo alcuni fonti locali è proprio l’assetto “Team Europe” che ha indispettito le autorità della Cirenaica, in particolare la presenza del ministro greco.

In questo contesto si inserisce anche il ruolo della Russia, alleata chiave del generale Haftar da un decennio. Secondo il ministro Piantedosi, intervenuto pochi giorni fa al Forum in Masseria, Mosca rappresenta una minaccia ibrida sempre più concreta: “La Russia ha già mostrato capacità ostili, in particolare sul fronte cyber e della disinformazione, attraverso attacchi informatici che coinvolgono anche infrastrutture critiche”. Ma Piantedosi ha anche segnalato un crescente interesse militare russo per la Libia, dopo una progressiva riduzione della presenza in Siria: “Abbiamo registrato uno spostamento dei russi dalla Siria alla Libia. Al momento non ci sono elementi di un’azione ostile diretta, ma la presenza russa in un’area per noi strategica deve essere monitorata con la massima attenzione”.

L’uso della qualifica di “persona non grata” sottolinea il valore politico e simbolico della decisione. A ciò si aggiunge il fatto, sottolineano altre fonti, che le visite internazionali a Bengasi richiedono tradizionalmente un’autorizzazione formale, lasciando ipotizzare una mancanza di coordinamento e non una scelta deliberata da parte dell’entourage di Haftar.

Il blocco alla visita della delegazione europea all’aeroporto di Bengasi è stato un “messaggio politico” orchestrato da Osama Hammad per riaffermare la propria centralità istituzionale. Lo riferisce ad Agenzia Nova una fonte libica ben informata, secondo cui “Hammad di solito reagisce così quando ritiene che le controparti diplomatiche non abbiano concordato la visita direttamente con il suo governo”. “È noto che quando le delegazioni straniere fanno visita all’Est libico, per aggirare il problema del mancato riconoscimento del governo Hammad, si rivolgono adHaftar e alla Camera dei rappresentanti (HoR). Ma Hammad pretende che le intese formali passino da lui”, prosegue la fonte.

Altre fonti spiegano che il problema è nato nel momento in cui il commissario Brunner ha voluto evitare di incontrare i ministri del governo di Hammad, perché non riconosciuto né dall’Europa né da Onu e Comunità internazionale. In generale, l’episodio evidenzia la frammentazione libica: dopo le tensioni interne alle milizie che da Tripoli sostengono il Governo di unità nazionale di Abdelhamid Dabaiba, anche l’Est ha i suoi problemi di instabilità interna che si riflettono a livello internazionale.


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