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La nuova geopolitica del petrolio

Ad accelerare la decisione saudita ci sono state anche considerazioni strategiche di natura geopolitica. La casa di Saud è consapevole della sua fragilità e vive nel costante terrore di essere estromessa dal potere da un militare nasserista, qaidista o legato alla Fratellanza Musulmana o all’Isis. Teme anche rivolte fomentate dall’Iran dei suoi cittadini sciiti. Il caos yemenita è del resto…

Ecco la guerra a colpi di barili

È andata così, forse. Il petrolio era da tempo strutturalmente debole. Stava a 100 dollari perché il mercato spot, quello delle transazioni fisiche per consegna immediata, era ancora in equilibrio. Non c’erano, e non ci sono nemmeno adesso, quantità rilevanti di offerta invenduta. Non c’era, cioè, un accumulo abnorme di greggio nei magazzini di Singapore, Rotterdam o Houston. Quello che c’era, e…

Vi spiego perché la Grecia non tracollerà

Benvenuti nel 2015, con un mese di anticipo. Il clima compiaciuto, sazio e decerebrato tipico delle fini d’anno normali (l’ultima a essere pensosa fu quella del 2008) lascia il posto al risveglio improvviso dell’ansia per l’anno che verrà, che si verifica di solito verso la fine di gennaio. Sono ancora fresche di stampa le ponderose analisi annuali che le grandi…

Lo sapete che il prezzo del petrolio non ha ancora toccato il fondo?

Il celebre aforisma di Mae West, diva pop dei tempi suoi, per cui “il troppo di una cosa buona è splendido” è messo in discussione dai mercati e li preoccupa. Il petrolio scontato è buono, quello a metà prezzo li disturba. Quando accadde in passato fecero default, tra gli altri, il Messico, il Venezuela, la Russia e una moltitudine di…

Perché in Borsa non si può non essere ottimisti

L’economia globale è tutto fuorché perfetta. Il Giappone, ad esempio, è entrato nella sua terza recessione dal 2008. L’Europa non riesce a sollevarsi dalla stagnazione. La Cina è in una fase matura del suo ciclo, forse senile. Russia e Brasile sono in uno stato di conclamato malessere. L’America va bene, d’accordo, ma questo giustifica il rialzo della sua borsa, non quello…

Perché il quantitative easing affascina tutti i continenti

I padri del Qe (da Milton Friedman al suo estimatore Bernanke) non fecero, inizialmente, una distinzione tra effetti primari e secondari. Anche Mantegazza, del resto, aveva pensato che la coca curasse direttamente le malattie, in particolare mentali. Che il Qe risollevasse solo gli spiriti animali depressi o intervenisse direttamente sull’economia reale non era considerato particolarmente importante. Friedman, del resto, pensava…

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Fed, lo zampino di Fisher nella svolta di Yellen

Basta con la Fed lamentosa, iperprotettiva e mammona della Yellen. Basta con il mantra della ripresa fragile, degli occupati che in realtà hanno un lavoro finto, dell’inflazione troppo bassa e di un’economia bisognosa di Quantitative easing semipermanente e di tassi mantenuti a zero per l’eternità, ogni volta con una scusa diversa. Saremo maliziosi, ma nella svolta della Fed e nella sua…

Le conseguenze di Ebola sulla Borsa

Si sta ancora allargando a macchia d’olio in Africa occidentale, ma l’impressione è che abbia rallentato la sua marcia. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia non si contano solo le nuove zone colpite ma anche le contee in cui il virus sembra essere tornato in clandestinità. Il problema è che molti fuggono dalle campagne, l’epicentro iniziale della crisi, e si…

Tutte le sfide delle elezioni in Brasile e Ucraina

UCRAINA Si vota domenica e i risultati previsti dovrebbero essere positivi. Si assisterà probabilmente a un rafforzamento della componente centrista e pragmatica guidata dal presidente Poroshenko a spese di quella radicale e ultranazionalista che ha espresso Yatsenyuk come primo ministro. Una riduzione della conflittualità sul campo è un presupposto per lo smantellamento delle sanzioni, che richiederà comunque ancora alcuni mesi.…

7 buone ragioni per essere ottimisti su economie e Borse

Per fortuna ci sono alcuni elementi positivi (o potenzialmente tali) che potrebbero indurre a non considerare conclusi definitivamente il grande ciclo rialzista delle borse e, soprattutto, la ripresa globale iniziata nel 2009. Il primo, anch’esso non previsto dai modelli econometrici, è l’impressionante discesa del petrolio, che ha tutta l’aria di essere strutturale. Per i paesi importatori ha lo stesso effetto…

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