In televisione, l’ambasciatore cinese in Francia nega la sovranità legittima delle repubbliche ex sovietiche. Difficile arrivare a tanto, pubblicamente, anche per Mosca. Anche perché Xi Jinping aveva cercato di usare il tema per imbonirsi i partner della Sco. Cosa porta il wolf warrior Lu Shaye a certe dichiarazioni?
Emanuele Rossi
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Radar Tunisia. L’arresto di Ghannouchi e i problemi di Saied visti da Melcangi
Secondo Alessia Melcangi, docente della Sapienza e non-resident senior fellow all’Atlantic Council, se uniamo l’arresto Ghannouchi, dunque l’autoritarismo di Saied, al recente rifiuto di voler continuare le negoziazioni con il Fmi per un prestito fondamentale e vitale per l’economia tunisina, si può intravedere il peggio
Da Israele alla Russia tutti vogliono una pace (interessata) in Sudan
Attorno al dossier sudanese si muovono potenze regionali e interessi internazionali. La situazione critica a Karthum è oggetto delle attenzioni globali
Yellen sulla Cina apre spazi di comunicazione
L’amministrazione Biden cerca di dimostrare i propri buoni propositi nel tentativo di mantenere aperto un dialogo con la Cina, essenzialmente legato al mondo economico-commerciale. La segretaria Yellen spiega come, ma non è certo che Xi Jinping, lanciato verso iniziative globali, sia intenzionato ad accettare certe proposte
Vi racconto la nuova stagione dei rapporti Italia-Emirati. Il commento di al Shateri
Il Consiglio dei ministri ha riaperto le forniture militari italiane verso gli Emirati Arabi Uniti. È una mossa attesa, decisa già dal governo Draghi, che migliorerà le relazioni tra Roma e Abu Dhabi in diversi ambiti, spiega al Shateri (National Defense College UAE)
Perché la Cina parla di demografia di qualità (contro l’India)
Le dimensioni contano meno della qualità. Il ministero degli Esteri di Pechino prova a rispondere alle preoccupazioni riguardo al calo della popolazione cinese, lancia una frecciata contro l’India e usa la leva della narrazione strategica globale di Xi Jinping
Cosa aspettarsi dalla crisi in Sudan secondo Murphy
L’analista a capo del programma Africa dell’European Council on Foreign Relations spiega che nell’immediato ci si troverà davanti a due scenari: la vittoria di una delle fazioni militari impegnate negli scontri, il prolungamento del conflitto. Il Sudan ne uscirà destabilizzato, con nuovi equilibri interni e potenziale ricaduta regionale, per questo l’Ue deve prepararsi agli effetti
Risorse e lotta tra potenze. La nuova corsa per l’Africa spiegata da Thaker
Mentre si sta sviluppando una nuova corsa all’Africa (anche legata alle sue risorse), il continente dimostra tutte le sue complessità, tra debolezze istituzionali, problemi di sicurezza, penetrazioni strategiche e difficoltà economiche. Per Thaker (Eiu) i Paesi africani si stanno comunque attrezzando per affrontare in modo più strutturato sfide e opportunità, tra cui la nuova dimensione multipolare del mondo
Sicurezza europea, quale ruolo per l'Italia nel Mediterraneo?
La centralità acquisita dal Mediterraneo allargato nella sicurezza europea richiama l’Italia a un impegno integrato con gli alleati anche in contrapposizione ad attori antagonistici e antitetici. Conversazione con Alessia Melcangi e Karim Mezran, esperti dell’Atlantic Council
Guerra civile e scontro regionale, i rischi in Sudan secondo Lanfranchi
La crisi armata in Sudan era attesa, perché tra le due formazioni militari interne la divisione del potere era appesa a un equilibrio instabile. Sebbene non sia ancora una guerra civile, c’è il rischio potenziale di un allargamento regionale delle tensioni e di un aggravarsi delle della situazione. Conversazione con Guido Lanfranchi, ricercatore specializzato sul Corno d’Africa del Clingendael Institute dell’Aia