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Mini-naja? Meglio un servizio civile con regole militari. Parla il gen. Arpino

Più che la “mini-naja” immaginata dal governo, avrebbe senso “un servizio civile, dai tre ai sei mesi, magari con alcune attività organizzate da ex militari”. Dice il generale. “Apprezzabile lo sforzo educativo verso i giovani”

Intesa (transitoria) Meta-Siae. Torna la musica sui social ma...

I reels di Facebook e le stories su Instagram potranno tornare ad avere come colonna sonora le canzoni italiane. L’intesa ponte a cui sono giunti Meta e Siae è un punto di partenza

Perché Mattarella è il miglior alleato di Meloni in politica estera. Parla Gallippi

Da Oslo il Capo dello Stato conferma la netta condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. Domani Zelensky incontrerà Mattarella al Quirinale. Le parole del presidente “confermano e sostengono la linea di Meloni, anche per evitare certe sbandate che in passato hanno avuto alcuni esponenti della maggioranza. Su questo c’è massimo allineamento tra Quirinale e Chigi”, secondo il biografo del Presidente, già docente di Tor Vergata

 

Il manifesto dell'Italia digitale e il Pnrr (da non perdere). Il libro di Razzante

Sfruttare la leva digitale per far crescere la competitività del nostro sistema Paese. La sfida dell’Italia “digitale” nel saggio curato dal docente di diritto dell’informazione. “Il digitale non è più solo uno strumento, ma diventa un vero e proprio ambiente in cui si situano tutta una serie di strategie che enti pubblici e aziende devono portare avanti per garantire la crescita delle comunità”

Il futuro dei giornali cartacei? Un distributore automatico. La novità della Fieg

L’innovazione al servizio della carta stampata. Questa mattina è stato inaugurato all’ospedale di Ferrara il primo distributore automatico di giornali e riviste cartacee su iniziativa della federazione degli editori. Il presidente Riffeser Monti: “Impegno degli editori per contrastare la desertificazione dei punti vendita della stampa e per avvicinare il giornale ai lettori e ai cittadini”

Giorgia Meloni, l’Europa e la sindrome dell’accerchiamento. Parla Nathalie Tocci

Con l’avvicinarsi della scadenza elettorale delle Europee, la sfida è cercare di mantenere – al di là della dialettica interna – un’Unione coesa anche in chiave strategica. Dopo le critiche di Francia e Spagna, il premier italiano sceglie la strada della non belligeranza. Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali, a Formiche.net: “La coesione va mantenuta, ma sui dossier principali l’Italia deve essere più incisiva per tentare di preservare l’interesse nazionale, benché il Paese sconti una fragilità strutturale non indifferente”

Più stabilità e governi di “lungo respiro”. Meloni dopo il confronto sulle riforme

L’elezione diretta del presidente del consiglio sembra essere l’ipotesi che, timidamente, potrebbe mettere d’accordo maggioranza e opposizione sulla riforma costituzionale. Chiusura totale sull’ipotesi presidenzialismo. Il premier: “Noi vorremmo una riforma che portasse l’Italia ad avere una democrazia matura, più forte e capace di immaginare progetti di lungo periodo”

Moro, nuove verità sulla morte e centralità della politica estera. Parlano Calabrò e Ceccanti

Il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta Moro 2, i nuovi dettagli sul luogo delitto dell’ex presidente della Dc e le implicazioni a vari livelli nel periodo della Guerra Fredda. Accademici e giornalisti a confronto, in un’iniziativa organizzata dagli studenti de La Sapienza per ricordare i 45 anni dall’uccisione di Aldo Moro

Semipresidenzialismo alla francese. La ricetta di Guzzetta per le riforme

Il coinvolgimento delle opposizioni sull’agenda delle riforme è “un fatto meritevole di apprezzamento nella grammatica costituzionale”, dice il costituzionalista di Tor Vergata. “L’instabilità in Italia è figlia della inveterata abitudine a fare e disfare i governi in Parlamento senza ricorrere alle elezioni. Se si vuole che i cittadini contino di più e sentano di contare, bisogna cambiare schema. Ecco perché il semi-presidenzialismo alla francese farebbe al caso nostro”

Il Pd più liberal (e meno liberale) perde anche Cottarelli. La versione di Nicola Rossi

Il Pd si è spostato “in un’area lontana dai miei valori liberaldemocratici”, dice l’economista cremonese che ha deciso di lasciare il gruppo a palazzo Madama. Il precedente di Nicola Rossi: “L’anima della sinistra italiana non è liberale”

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