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Dall’Africa al Tatarstan. Così la Russia cerca forza-lavoro per le sue industrie

La Russia cerca manodopera giovane in Africa per sostenere la propria industria in tempo di guerra, e lo fa con metodi alquanto fumosi. Le autorità sudafricane hanno aperto un’indagine dopo la denuncia di diverse organizzazioni indipendenti secondo cui molte ragazze reclutate con promesse di lavoro nell’edilizia o nell’ospitalità sarebbero in realtà impiegate nella catena produttiva dei droni militari

Da Washington si è aperta una nuova fase della sicurezza transatlantica. Dove potrebbe portare secondo Lesser (Gmf)

“È stato davvero straordinario vedere lì riuniti tutti quei leader europei, un gruppo variegato che includeva esponenti che erano lì in virtù della loro importanza, come Macron e Merz, ma anche personalità vicine al presidente Usa come, Meloni, Rutte, Stubb. E il risultato è stato quello di garantire davvero un certo grado di sostegno all’Ucraina, e di evitare quello che avrebbe potuto facilmente diventare una sorta di svendita degli interessi ucraini”. Intervista a Ian Lesser, vicepresidente del German Marshall Fund

La sopravvivenza di Putin dipende da una vittoria in Ucraina. La versione di Savino

“Putin vuole avere una posizione dominante in Ucraina, perché a prescindere dai costi a livello umano, in termini di tempo, in termini economici e così via, ha identificato la questione ucraina come fondamentale alla sopravvivenza del proprio regime. Il presidente russo combatterà per quanto sarà necessario combattere, con ogni mezzo necessario”. Conversazione con Giovanni Savino, docente presso l’Università Federico II

Copie americane degli Shahed-136 per testare nuove difese anti-drone. Il piano dell'Usaf

La guerra in Ucraina spinge gli Stati Uniti a studiare da vicino lo Shahed-136 per esser pronti a contrastarlo in modo efficiente. Un bando dell’Air Force richiede copie identiche del drone iraniano usato da Mosca per testarne le caratteristiche e rafforzare i propri programmi di difesa aerea

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Il Flamingo rappresenta una svolta per Kyiv. Ecco perché

Il nuovo sistema permette a Kyiv di estendere la propria capacità offensiva ben oltre le armi fornite dagli alleati, ottenendo un margine di autonomia strategica che le consente di colpire obiettivi sensibili all’interno della Russia senza vincoli politici esterni

In Occidente si apre la discussione sulle opzioni militari per l'Ucraina

Dopo i vertici degli scorsi giorni la discussione transatlantica si concentra sugli aspetti tecnici delle garanzie da offrire a Kyiv. Al momento si parla di possibili contingenti europei coordinati dagli Stati Uniti, che potrebbero contribuire anche con il supporto aereo

Il cambio di passo dell'Europa guida la possibile pace in Ucraina. La versione di Bremmer

“Putin non si aspettava che gli europei rafforzassero in modo significativo il loro sostegno all’Ucraina, né che gli americani si allineassero maggiormente a questo sostegno. Ed è per questo che ha deciso di venire ad Anchorage. E se arriverà ad incontrare Zelensky, cosa che chiaramente preferirebbe non fare, questo cambiamento nella posizione di Putin avverrà solo perché vede che l’Occidente è più forte nel sostegno all’Ucraina rispetto a febbraio”. Conversazione con Ian Bremmer, fondatore e presidente di GZero Media ed Eurasia Group

Investimenti industriali e acquisto di armi. Così Kyiv vuole blindare l'impegno Usa alla sua sicurezza

Il piano da 150 miliardi di dollari suggerisce la nuova strategia del governo ucraino, che con contratti industriali e joint venture cerca di garantire che l’impegno americano sulla sua sicurezza sia una scelta strutturale e non reversibile

Droni, missili, carri armati. Le immagini delle nuove armi di Pechino catturate dai satelliti

Le prove generali della parata cinese hanno rivelato innovazioni missilistiche e corazzate che riflettono l’ambizione di Pechino di dominare le tecnologie militari del futuro. E le novità riguardano tanto la dimensione terrestre quanto quella aerea e quella marittima

Sicurezza simbolica o tutela reale? Le garanzie a Kyiv sono la chiave del negoziato

L’intesa raggiunta ad Anchorage tra Trump e Putin potrebbe aprire spiragli inediti sulla guerra in Ucraina, ma i contorni delle “garanzie di sicurezza in stile Nato” restano vaghi. Eppure proprio da questi passano il futuro del processo negoziale e delle speranza di pace nell’area

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