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Raffaele Bonanni About Raffaele Bonanni

È professore straordinario di diritto del lavoro presso l'Universitas Mercatorum, impegnato nell'associazionismo cattolico ed è presidente della fondazione Spaventa. Ha pubblicato molti libri sull'economia, sul lavoro e temi sociali. È stato segretario generale della Cisl nazionale.

Tutte le evidenze dietro la triste verità di Giorgetti sul debito pubblico

Giorgetti ha ragione: da molti anni nessun governo ha dedicato l’attenzione sufficiente a ridurre il debito, ma puntualmente ad incrementarlo in barba ai patti di stabilità e al buon senso. Chissà se il 2024 riserverà delle sorprese nelle collaborazioni e alleanze in Italia capaci di farci riconquistare lo status di Paese co-leader in Europa e nelle alleanze occidentali. La riflessione di Raffaele Bonanni

Quale è l'utilità dei cattolici in politica. Il commento di Bonanni

C’è da sperare che i cattolici, in alleanza con altri interessati a rimuovere il bipopulismo, vogliano ripartire dal basso per una lunga marcia di rigenerazione. Il rinnovamento della politica si gioca con il ripristino sistema partecipativo per riorentare il sistema dei partiti allo spirito costituzionale. Il commento di Raffaele Bonanni

Lavoro, non facciamoci illusioni per i dati dell'Istat

Negli ultimi anni sono cambiati quasi tutti i presupposti che influenzano le produzioni nel terziario e pubblico impiego, nell’industria e nel settore primario. La gelata demografica e le emigrazioni dei nostri giovani hanno ristretto il serbatoio da cui attingere le risorse umane. Così come il doppio salto costituito dalla rivoluzione digitale. Il commento di Raffaele Bonanni

Scioperi, così la Cgil rottama pluralismo e riformismo. L'opinione di Bonanni

Finché si è in tempo si cambi modo di fare, si ricostruisca il solido tessuto del dialogo tra parti sociali e si inizi con responsabilità una rinnovata stagione fondata sulla concretezza. Ripetere nelle piazze slogan che mettono in guardia dall’autoritarismo, non ha senso. Ecco perché secondo Raffaele Bonanni

Per la stabilità non serve il premierato, ma una partecipazione democratica. L'opinione di Bonanni

Aprire porte e finestre dei partiti, ridare agli elettori il potere di scegliersi i propri rappresentanti, ridare slancio alla partecipazione, al controllo nei servizi, sostenere le attività autonome dei cittadini nella organizzazione dei propri servizi attraverso la sussidiarietà: questo è il modo per fare forte la democrazia, le istituzioni, di fare forte la Repubblica

Pensioni. Un passo avanti, anzi due indietro. L'opinione di Bonanni

Gli esecutivi e i partiti, quando esasperano le posizioni su temi sociali, ed anzi quando distorcono e li avocano a se, trasgrediscono grossolanamente rispetto alle regole scritte e non scritte del loro compito. Scavalcano e addirittura inaspriscono il rapporto con le associazioni del lavoro provocando una estremizzazione delle posizioni in una rincorsa senza fine tra partiti, esecutivi e formazioni sociali

Sul lavoro serve unità di intenti, non piazze. La versione di Bonanni

Le sorti del lavoro non dipendono solo dai governi ma anche dall’equilibrio dei soggetti sociali. Le loro proposte devono saper unire i soggetti tutti, dimostrando loro stessi che fanno parte della partita economica e sociale, non della contesa tra maggioranza e opposizione politica. L’analisi di Raffaele Bonanni

Oltre il salario minimo, è l'ora di una grande concertazione. Scrive Bonanni

Per cambiare verso, se si ha davvero a cuore le sorti di chi lavora e dunque dell’interesse più grande del Paese, occorrerebbe un accordo di concertazione. Sì, proprio quella che ha dato in passato grandi frutti quando si sono voluti coltivare grandi propositi di interessi generali, e non quando è stata piegata a corporativismo o persino ad obbiettivi peggiori. Il commento di Raffaele Bonanni

Oltre i partiti, ecco la ricetta per un salario minimo. Scrive Bonanni

Il buon salario si ottiene da una buona redistribuzione della ricchezza alimentata da un fisco morigerato e dalla efficienza del Paese e dei luoghi di produzione. Il commento di Raffaele Bonanni

Perché per migliorare il lavoro non si può (solo) diminuire l'orario. Scrive Bonanni

Il passaggio di sistema di valutazione dalla quantità del tempo orario al carico di lavoro per la quantizzazione della retribuzione si imporrà sempre più nella progressione dell’utilizzo delle tecnologie digitali. Sarà questo il modo per aiutare i lavoratori impegnati in tempi non più sincronici con altri lavoratori ed in spazi fisici non più coincidenti

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