Ci sarà battaglia nei prossimi mesi, nella speranza che tutti coloro che hanno coscienza delle evidenti distorsioni, ovunque schierati nel panorama politico, possano unirsi nella iniziativa referendaria per ricostruire le garanzie per ridare fiducia ai cittadini nell’unico modo possibile nelle democrazie. Il commento di Raffaele Bonanni
Raffaele Bonanni
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Primo maggio, sul lavoro è il momento di osare di più. Il commento di Bonanni
I sindacati e le imprese, insieme, devono offrire una proposta all’altezza delle sfide di questa epoca. Dovrà essere una proposta per unire i migliori che sono presenti in ogni forza politica. Il Paese ha bisogno di recuperare le sue forze migliori e usarle per cause nobili, di grande interesse sociale e di prospettive strategiche per l’Italia inserita pienamente in una nuova Unione europea
Lavoro, è più utile un referendum propositivo pro sviluppo. La versione di Bonanni
Lo sciopero e referendum annunciati dalla Cgil e dalla Uil dovrebbero cambiare obiettivi e così rendere più ampio il fronte sindacale confederale. Ma dovranno mirare a cambiare rotta al Paese e puntare alla sua efficienza anziché partecipare a cloroformizzarlo con i bonus e assistenzialismo
Scuola, università e lavoro. Da dove passa il cambiamento secondo Bonanni
Per favorire ritmi adeguati dell’education e coinvolgere la vasta platea di giovani lavoratori e lavoratori da tempo impegnati nelle produzioni, occorre sostenere lo sviluppo dell’insegnamento on line nella formazione applicata all’aggiornamento professionale e all’alta formazione universitaria e post universitaria. L’intervento di Raffaele Bonanni
Le morti sul lavoro e la logica (pericolosa) dei subappalti. L'opinione di Bonanni
Negli appalti al massimo ribasso l’impresa peggiore mette fuori quella migliore in quanto disponendo di sub appaltatori spregiudicati come chi li coinvolge all’appalto, usano impunemente lavoratori a basso salario, non addestrati alla sicurezza e spesso in nero. L’impresa che distribuisce i subappalti ci guadagna; il sub appaltatore anche; così come il dante causa. A pagare il conto di questo sistema, sono sempre i lavoratori
Perché dopo molti anni si torna a parlare di Stellantis. L'opinione di Bonanni
L’ad di Stellantis fa sapere al governo che se vuole programmi di sviluppo in Italia deve sborsare miliardi di euro pubblici per tornare ai momenti di massima produzione. Proposta che ci riporta a 30 anni indietro. L’esecutivo risponde di essere disposto ad entrare nel capitale della società, nella stessa condizione del governo francese. Vedremo cosa accadrà per tutelare le fabbriche italiane, peraltro quasi tutte nel centro sud. L’opinione di Raffaele Bonanni
Alla Repubblica giova la partecipazione nelle aziende dei lavoratori. L'opinione di Bonanni
Ridare al lavoro il primato di valore per la vita comunitaria attraverso la partecipazione dei lavoratori alle decisioni dell’impresa apporterà grandi benefici alla cultura partecipativa. Potrà ridare speranza di piena cittadinanza a milioni di lavoratori. Il commento di Raffaele Bonanni
Tutte le evidenze dietro la triste verità di Giorgetti sul debito pubblico
Giorgetti ha ragione: da molti anni nessun governo ha dedicato l’attenzione sufficiente a ridurre il debito, ma puntualmente ad incrementarlo in barba ai patti di stabilità e al buon senso. Chissà se il 2024 riserverà delle sorprese nelle collaborazioni e alleanze in Italia capaci di farci riconquistare lo status di Paese co-leader in Europa e nelle alleanze occidentali. La riflessione di Raffaele Bonanni
Quale è l'utilità dei cattolici in politica. Il commento di Bonanni
C’è da sperare che i cattolici, in alleanza con altri interessati a rimuovere il bipopulismo, vogliano ripartire dal basso per una lunga marcia di rigenerazione. Il rinnovamento della politica si gioca con il ripristino sistema partecipativo per riorentare il sistema dei partiti allo spirito costituzionale. Il commento di Raffaele Bonanni
Lavoro, non facciamoci illusioni per i dati dell'Istat
Negli ultimi anni sono cambiati quasi tutti i presupposti che influenzano le produzioni nel terziario e pubblico impiego, nell’industria e nel settore primario. La gelata demografica e le emigrazioni dei nostri giovani hanno ristretto il serbatoio da cui attingere le risorse umane. Così come il doppio salto costituito dalla rivoluzione digitale. Il commento di Raffaele Bonanni