si è tenuta questa mattina l’Assemblea 2021 di Confindustria, la seconda dell’era pandemica e la prima da quando Mario Draghi è a Palazzo Chigi. Stavolta la location non era quella tradizionale, il Parco della Musica, ma il ben più spazioso Palazzo dello Sport dell’Euro. Dove tre quarti di governo, leader sindacali, manager di Stato, imprenditori di grosso e piccolo calibro, hanno ascoltato la relazione del presidente Carlo Bonomi, incastonata in 26 pagine dense di suggerimenti, raccontate in 45 minuti di intervento.
Che l’assise degli industriali fosse tutta, o quasi, nel segno di Mario Draghi, era chiaro fin dall’inizio. Dopo il minuto di silenzio per le vittime del coronavirus, dagli spalti dell’opera progettata da Pier Luigi Nervi utilizzata per sport e concerti, è partito un lungo applauso all’ex presidente della Bce, un minuto e mezzo, terminato con una standing ovation.
Bonomi non ci ha pensato due volte a fare un accostamento di quelli che non passano inosservati: Draghi è quello che fu, 70 anni fa, Alcide De Gasperi “un uomo della necessità. Ogni tanto la storia italiana ci ha riservato uomini di un certo tipo, gli uomini della necessità. Personalità che avvertono il dovere di rispondere ai problemi della comunità, prima dell’ambizione di restare al timone a qualunque costo. Ecco Draghi è uno di questi uomini”, ha messo subito in chiaro il presidente degli industriali.
Draghi come “De Gasperi, protagonista della riconquista italiana dell’onore tra le Nazioni. Come Paolo Baffi (ex governatore di Bankitalia, ndr), come Carlo Azeglio Ciampi, che dalla Banca d’Italia risvegliò a Palazzo Chigi il senso e i valori di un’Italia democratica e rigorosa. Ecco, Draghi come Baffi, come Ciampi, incarna bene la descrizione che Luigi Einaudi diede degli uomini nell’economia, nel suo discorso all’Università di Torino nel 1949″ (continua a leggere l’articolo).
È nata l’agenda Bonomi. E dice Draghi anche oltre il 2023. Leggi qui il corsivo di Roberto Arditti
(Foto: Imagoeconomica)