Il segretario del Pd Matteo Renzi ha scelto l’assemblea del Pd, che si è tenuta domenica 18 dicembre a Roma all’Hotel Ergife, per fare un’autocritica ponderata sulle ragioni della sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre (59,1% per il No) a seguito della quale Renzi ha rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio, aprendo così alla crisi di governo. Ora a guidare il governo è Paolo Gentiloni, ma all’interno del Partito Democratico si fanno i conti con le correnti di partito, come quella minoranza che ha lavorato per il No alla riforma costituzionale firmata da Renzi e Boschi.
“A referendum chiuso e vinto – ha scritto Francesco Damato nei suoi Graffi quotidiani -, e dopo avere ottenuto lo scalpo di Renzi almeno come presidente del Consiglio, gli oppositori interni del Pd hanno polemicamente disertato la votazione conclusiva dell’assemblea nazionale. Che ha sì assicurato al segretario 481 sì, 2 no e 10 astensioni fra i presenti, ma non ha cambiato, con la diserzione appunto degli altri, il quadro conflittuale del partito di maggioranza”.
“Insomma – continua Damato – neppure il nuovo presepe allestito da Renzi dopo la sconfitta referendaria rinunciando al congresso anticipato, che la minoranza non voleva, e proponendo il ritorno alla legge elettorale che porta il nome latinizzato – Mattarellum – del presidente della Repubblica, anch’essa voluta dalla minoranza, è piaciuto ai signor No del Pd. Alle cui facce il vice presidente renzianissimo della Camera, Roberto Giachetti, pur prendendosela solo con l’ex capogruppo e aspirante segretario Roberto Speranza, ha dato del “culo”, ripiegando sul “bronzo” dopo le proteste del presidente dell’assemblea, Matteo Orfini, mentre Renzi si metteva le mani fra i capelli” (leggi qui l’articolo completo).
Ecco, allora, gli scatti più significativi dall’assemblea del Pd selezionati dalla redazione di Formiche.net.