Accuse “infamanti” e “completamente false”, tutto quello che avveniva sui tavoli europei era noto ai membri del mio primo governo e al Parlamento. Dopo il braccio di ferro tra Pd e Movimento 5 Stelle sul fondo Salva Stati, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rinvia al mittente tutte le accuse, nel corso dell’informativa che si è svolta alla Camera, su richiesta delle opposizioni, sulle modifiche del Trattato sul meccanismo europeo di Stabilità (Mes).
Il primo “attacco” è rivolto all’ex vice-premier Matteo Salvini, ma non solo: “Siamo al cospetto di un’accusa gravissima, se si arriva ad accusare apertamente e ripetutamente in tutte le trasmissioni televisive, in tutti i canali social, il presidente del consiglio di avere tradito il mandato di difendere l’interesse nazionali e di avere agito per tutelare non si sa quale interesse personale, allora il piano delle valutazioni che siamo sollecitati a compiere è completamente diverso”.“Senza neppure attendere che mi venisse chiesto da chicchessia, sarei costretto a rassegnare all’istante le dimissioni da presidente del consiglio”.
Il debito pubblico italiano è “pienamente sostenibile”, ha ricordato Conte, mettendo in guardia l’opposizione dall’affermare che il processo di riforma del Mes sia stato condotto segretamente o firmato nottetempo:“E mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui disinvoltura a restituire la verità, la cui resistenza a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni: perché non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini in particolare nei risparmiatori. È stato detto che sarebbe prevista la confisca dei conti correnti dei risparmiatori”.
Ad ascoltare il presidente del consiglio alla Camera Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, Luciano Nobili, Marco Minniti e Marianna Madia, poi ancora Gaetano Quagliariello, Giorgia Meloni e tanti altri.
Ecco tutte le foto di Umberto Pizzi.
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