Non tutto il MoVimento 5 Stelle esce indebolito dalla vicenda che negli ultimi giorni ha fatto seriamente tremare la poltrona di sindaco di Virginia Raggi dopo l’arresto del suo ex braccio destro in Campidoglio Raffaele Marra (qui il suo ritratto). All’interno della galassia pentastellata vi sono, infatti, alcuni esponenti politici – romani e non – che fin dalla vittoria alle comunali dello scorso giugno avevano consigliato a Raggi di escludere o comunque di non attribuire posizioni apicali all’ex direttore del personale del Comune di Roma finito in manette venerdì scorso insieme con il costruttore Sergio Scarpellini.
Il primo nome in tal senso è quello della deputata Roberta Lombardi che – subito dopo il voto – si era ferocemente battuta affinché il neo-eletto sindaco optasse per nomine diverse. Una crociata – quella di Lombardi – che portò lo scorso luglio al suo allontanamento dal mini-direttorio romano creato per coadiuvare e sostenere Virginia Raggi. A Lombardi negli ultimi giorni sono arrivati numerosi riconoscimenti da parte di attivisti cinquestelle e non solo per la lungimiranza della sua posizione. Tra gli altri si segnala anche quello del direttore del tg di La7 Enrico Mentana che su Facebook ha scritto: “Io capisco benissimo la reazione di tanti elettori M5s che fanno scudo alla Raggi, per paura che tutto si rompa. Ma è insostenibile il tentativo di far finta di nulla, “non era il braccio destro”, “era uno dei 23mila”, “era stato corrotto quando era con Alemanno o Marino. Su Marra si è consumato lo scontro più duro della storia del M5s, su cui si è quasi immolata Roberta Lombardi. Andate a leggere cosa scrisse proprio qui su Fb tre mesi fa: https://m.facebook.com/story.php… Per aver scritto con coraggio queste parole la Lombardi pagò pegno pesantemente. Per la seconda volta la Raggi disse: “O io o lei, Marra non si tocca”. Per questo la sua situazione è ora senza via d’uscita”.
Lombardi, però, non è l’unico esponente cinquestelle ad uscire rafforzato dal caso Marra. Un altro nome è quello del deputato e presidente della Commissione di vigilanza della Rai Roberto Fico, il principale rappresentante dell’ala “più purista” del Movimento. Che, non a caso, fin dalle prime ore successive all’arresto non ha mancato di sottolineare la gravita dell’accaduto. Parole – quelle di Fico – che stridono con il silenzio in cui si sono invece rinchiusi Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, i leader pentastellati più vicini in tutti questi mesi a Raggi. I quali in queste ore hanno tentato di rimanersene il più possibile in disparte senza prendere alcuna posizione pubblica sugli ultimi fatti capitolini.
Discorso simile vale, poi, per altre due donne del movimento: Paola Taverna e Carla Ruocco. Entrambe da mesi avevano preso le distanza dalla giunta capitolina, soprattutto dopo il cosiddetto dimissioni day che aveva portato, tra gli altri, all’addio dell’ex capo di Gabinetto Carla Raineri e dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna. Due figure – quest’ultime – che questa parte del movimento aveva fortemente voluto in Campidoglio e poi difeso nel corso dello scontro con il sindaco e “il suo raggio magico” culminato nel loro duplice e contemporaneo passo indietro.
Ecco tutte le foto di chi – negli ultimi mesi – aveva più contestato le nomine e la gestione del potere da parte di Virginia Raggi.