A 29 anni dalla strage di via D’Amelio il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha consegnato la cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato nelle mani del capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini. Un riconoscimento “per la tutela del territorio e per l’attività di prevenzione” alle donne e agli uomini della Polizia cinque dei quali morirono con il giudice Paolo Borsellino il 19 luglio 1992: Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
Giannini ha prima deposto una corona d’alloro nella caserma Lungaro e poi ha incontrato alcuni parenti delle vittime tra cui Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone (ucciso il 23 maggio 1992), e Manfredi Borsellino, figlio di Paolo e funzionario di Polizia. Il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, ha voluto invitare alla cerimonia tutti i suoi predecessori, i questori dei decenni precedenti, per rendere visibile quel filo ideale di continuità tra tutti i poliziotti che nel tempo si sono avvicendati per garantire la sicurezza nella città di Palermo.
“Ricevere la cittadinanza onoraria della nobile città di Palermo in una giornata così significativa amplifica il profondo senso di riconoscimento verso i nostri ‘eroi’ che il 23 maggio e il 19 luglio di 29 anni fa hanno sacrificato la loro vita al fine di garantire a tutta la nostra comunità il bene primario della sicurezza”, ha detto Giannini. “La memoria è sempre viva e continua a orientare i nostri comportamenti per i principi di legalità. Stiamo vivendo una fase molto impegnativa in cui l’emergenza pandemica continua a incidere sulla nostra vita. Non ci siamo risparmiati, operando con dedizione e sacrificio. Ringrazio il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ricevere questa cittadinanza mi riempie di orgoglio”.