Nonostante aumentino le conoscenze sulle galassie più lontane nello spazio, lo stesso non si può dire per i fondali marini, di cui ne conosciamo dettagliatamente solo il 20%. Un intreccio complesso di fattori economici, geostrategici e legati alla biodiversità rende la dimensione subacquea un nuovo dominio di confronto tra le potenze sempre più strategico. Ciò è particolarmente evidente nel Mediterraneo allargato, dove l’Italia può giocare un ruolo di primo piano nella dimensione marittima.
Da queste riflessioni è partito l’evento “Civiltà del mare. Il subacqueo, nuovo ambiente dell’umanità” organizzato dalla Fondazione Leonardo Civiltà delle macchine all’Accademia navale di Livorno in collaborazione con la Marina militare, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’università La Sapienza. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di presentare il white paper “Geopolitica, strategia, interessi del mondo subacqueo. Il ruolo dell’Italia”, che rappresenta un primo passo per portare all’attenzione dei decision maker l’esigenza di definire e impostare una governance degli spazi subacquei, attraverso un referente unico in grado di gestire gli aspetti regolatori e di assicurare una adeguata tutela e osservazione sulle attività che si svolgono sopra e sotto la superficie del mare, attraverso una conoscenza integrata dello stato dei fondali marini.
L’evento ha coinvolto i vertici delle Forze armate e dell’industria di settore per approfondire queste tematiche e contribuire alla loro conoscenza presso l’opinione pubblica in due diverse tavole rotonde di discussione: “Il quinto dominio fisico: valenza strategica, profilo giuridico e formazione” e “La sfida tecnologica: capacità industriali e opportunità”.
Sono intervenuti, tra gli altri, il capo di Stato maggiore, Enrico Credendino, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, il presidente della Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, Luciano Violante, il presidente di Leonardo, Luciano Carta, l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo e la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza.