Prima la pandemia e poi la guerra, solo per citare gli ultimi due grandi eventi, hanno posto il giornalismo di fronte a un dilemma solo all’apparenza dalla facile risposta: come raccontare certi tipi di notizie? È giusto raccogliere l’opinione di tutti, anche di quelle minoranze poco attendibili e dalle tesi fuorvianti? Se lo sono chiesto anche gli ospiti dell’evento “Informazione e fake news, il ruolo del giornalismo e delle istituzioni”, organizzato a Roma da Comin&Partners e moderato da Maria Concetta Mattei, direttrice della Scuola di giornalismo della Rai a Perugia.
“Dobbiamo tenere in considerazione che l’informazione non è più il giornalismo”, esordisce il direttore Enrico Mentana, uno dei primi a schierarsi in prima linea contro chiunque voglia negare la realtà oggettiva dei fatti. “Ci siamo trovati di fronte al fenomeno delle fake news e abbiamo creduto che potevamo smontarlo e denunciandolo. Ma siamo entrati in una fase successiva, quella dei contestatori secondo cui ogni affermazione è contendibile”, continua il direttore. “Nel mondo si può dire tutto perché nessuno riconosce più l’autorità”.
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(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)