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Stefania Craxi e Paolo Cirino Pomicino dibattono di antipolitica con Giovanni Orsina. Le foto

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Paolo Cirino Pomicino
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Marina Cicogna e Paolo Cirino Pomicino
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Marina Cicogna
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Paolo Cirino Pomicino e Marina Cicogna
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Paolo Cirino Pomicino e Marina Cicogna e Nicola Carnovale
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Giovanni Orsina e Andrea Romano
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Giovanni Orsina e Andrea Romano
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Andrea Romano
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Stefania Craxi e Andrea Romano
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Paolo Cirino Pomicino e Stefania Craxi
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Stefania Craxi
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Stefania Craxi e Paolo Cirino Pomicino e Nicola Carnovale
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Marco Gervasoni, Andrea Romano, Stefania Craxi, Paolo Cirino Pomicino
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Andrea Romano e Stefania Craxi
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Andrea Romano e Stefania Craxi
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Stefania Craxi
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Paolo Cirino Pomicino, Nicola Carnovale e Stefania Craxi
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Andrea Romano

Nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro ieri è stato presentato il volume del professor Giovanni Orsina, “La democrazia del narcisismo. Breve storia dell’antipolitica”, edito da Marsilio.

Il dibattito è stato organizzato da Fondazione Bettino Craxi alla presenza di Nicola Carnovale, segretario generale della Fondazione Bettino Craxi, Stefania Craxi, senatore di Forza Italia, il professor Marco Gervasoni, Paolo Cirino Pomicino presidente di Tangenziale di Napoli SpA, Andrea Romano deputato del Partito Democratico.

Dalla quarta di copertina del libro:

“Fino a pochi anni fa l’ascesa del populismo veniva interpretata quasi esclusivamente alla luce della crisi finanziaria. Ma se l’economia è tornata a crescere e il peggio sembra passato, perché i cosiddetti «partiti del risentimento» continuano a raccogliere consensi? Siamo forse di fronte all’epilogo di una storia che ha origini più profonde? Giovanni Orsina cerca queste origini all’interno della democrazia, ragionando sul conflitto tra politica e cittadini che ha segnato gli ultimi cento anni. Se alcune fasi di quel rapporto – il connubio inedito tra massa e potere a partire dagli anni trenta, la cesura libertaria del Sessantotto – sono comuni a tutto l’Occidente, Orsina individua la particolarità del caso italiano nella stagione di Tangentopoli. Il sacrificio simbolico di un’intera classe di governo conclude la repubblica dei partiti e allo stesso tempo inaugura un venticinquennio di antipolitica. Con la quale tutti hanno dovuto fare i conti – Berlusconi, Renzi, Grillo, i postcomunisti, la Lega –, ma della quale nessuno è riuscito a correggere o contenere le conseguenze nefaste”.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)



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