Torna la Festa del Fatto Quotidiano alla Casa del Jazz a Roma. Tre giorni di dibattiti con politici, giornalisti e intellettuali.
I primi a salire sul palco della manifestazione sono stati i giornalisti Lilli Gruber e Sigfrido Ranucci venerdì 8 settembre, mentre questa mattina insieme a Franco Cardini, Donata Francescato e Marco Tarchi era atteso anche Domenico De Masi, scomparso proprio questa mattina.
È stata poi la volta di Elly Schlein, segretaria del Pd, che ha chiesto uno sforzo maggiore di Ue e Italia per “costruire le condizioni” per una pace in Ucraina, plaudendo al tentativo di mediazione del Vaticano, ma restando sulla linea del sostegno all’Ucraina, anche con l’invio di armi.
Posizione che le è costata qualche fischio e contestazione da parte dei partecipanti alla festa. Sul conflitto in Ucraina ha detto che non ha cambiato idea “da marzo dell’anno scorso, non ero neanche iscritta al partito, quando è partita l’invasione criminale di Putin ai danni dell’Ucraina, mi sono interrogata profondamente ma ho capito con altri compagne e compagni che non avremmo potuto sostenere, anche militarmente, quel popolo invaso, perché altrimenti non saremmo neppure qui a discutere”.
“Lo so che ci dividiamo su questo, è giusto così”, ha replicato a chi ha contestato la posizione espressa. “Putin – ha proseguito la leader dem – pensava di poter riscrivere i confini dell’Europa manu militari in poche settimane e questo è sbagliato e noi non lo possiamo accettare. Accanto a questo però ho sempre detto che una forza progressista non può dismettere la prospettiva di una pace giusta: spetterà agli ucraini stabilire le condizioni, ma non possiamo nemmeno accettare che ci sia un mondo in cui un’invasione criminale avvenga senza conseguenze. Sono contenta ci sia stata fin qui una compattezza dei Paesi europei, il diritto internazionale va rispettato, come il diritto dei popoli a non essere invasi. Non basta quello che l’Europa ha fin qui fatto. Voglio una Europa con una voce forte e convinta che provi a farsi promotrice di una pace anche nelle sue istituzioni, non con due capi di Stato o di governo che partono, perchè siamo più deboli così. Serve uno sforzo diplomatico e politico molto più forte della Ue per far finire questo conflitto. Solleciteremo un ruolo più forte dell’Europa. Le altre grandi potenze si muovono secondo i loro interessi, serve una voce sola della Ue anche su questo”.
Infine sul pontefice ha detto: “Ho visto con grande speranza il tentativo portato avanti da Papa Francesco, dal cardinale Zuppi e dal Vaticano per provare a costruire le condizioni per porre fine a questa guerra che sta facendo male al popolo ucraino ma dal punto di vista economico e sociale sta facendo male anche all’Europa. È un tentativo giusto ed è giusto sia portato avanti”. All’obiezione sul sì del Pd all’invio di armi a Kyiv, Shlein ha detto: “Su questo avevamo la stessa posizione degli altri candidati al congresso Pd, una posizione che parte da prima della decisione di candidarmi al congresso. Non serve discontinuità su tutto. È giusto continuare a sostenere l’Ucraina, non è sufficiente quello che stanno facendo Ue e Italia e su questo insisteremo ancora”.
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)