Giuseppe Tatarella, detto Pinuccio, moriva l’8 febbraio del 1999 a Torino dopo un intervento chirurgico di cui non riuscì a superare le conseguenze.
“Voglio portare il Polo oltre il Polo – disse in una intervista pubblicata postuma dal Giornale -. Dopo il referendum organizzerò la convergenza tra quelli che votano Polo e quelli che l’ultima volta hanno votato Ulivo. Voglio rivolgermi a chi non vota, ormai il 25 per cento degli elettori. Voglio i voti dei centristi dell’Ulivo, in particolare i voti di Dini, commercianti, tabaccai, sindacati autonomi. Una bella fetta di moderatismo che alle prossime elezioni lascerà Dini. Parte andrà al Ppi, parte a Prodi. Parte tornerà con noi. Il polo deve prepararsi ad accoglierli”.
Tra i fondatori di Alleanza Nazionale, Tatarella militò nel Movimento sociale italiano come esponente della corrente moderata che portò ai vertici del partito Gianfranco Fini nel 1987.
“Tatarella capisce che occorre un contenitore arioso e moderno – ha scritto Domenico Crocco su Formiche.net, tradizionale ma non clericale, moderato ma non compromissorio, liberale ma non libertario, nazionale ma non nostalgico. Nasce così, con il contributo di molti, Alleanza Nazionale. E la sottile strategia che deve portare la destra dal ghetto politico a Palazzo Chigi ha il suo compimento” (continua a leggere).
Ecco un ricordo dall’archivio di Umberto Pizzi.
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