Un ponte di cartone di 18 metri di lunghezza, realizzato grazie alla partecipazione dei cittadini, collegherà simbolicamente per qualche giorno Palazzo Farnese e Villa Farnesina, a Roma. Tenuto in sospensione grazie a tre grandi palloni di 6 metri di diametro gonfiati ad elio, è il frutto dell’artista francese Olivier Grossetête, ispirato dal progetto originario di Michelangelo che immaginò il collegamento tra le due residenze della famiglia Farnese. Alla morte di Papa Paolo III il progetto fu abbandonato.
Rivive ora, anche se in forma effimera, con l’opera d’arte promossa dall’Ambasciata di Francia e l’Institut français Italia e realizzata grazie al sostegno di Webuild, in collaborazione con Villa Farnesina-Accademia dei Lincei che mette a disposizione gli spazi della Palazzina del suo Auditorio per il laboratorio collettivo che permetterà dall’8 al 12 luglio di costruire il Ponte Farnese.
“Il perfetto connubio tra passato e presente rappresentato dal Ponte Farnese – ha detto l’ambasciatore Christian Masset – permette una riflessione su quanto artisti italiani e francesi si siano sempre confrontati. L’audacia di Olivier Grossetête, che non ha esitato ad accettare con umiltà questa ‘sfida’ rende più prezioso ancora questo confronto perpetuo tra passato, presente, e futuro. Per noi Webuild è stato un partner naturale, vista la sua grande esperienza di costruttore”.
“Abbiamo colto con piacere l’invito dell’Ambasciata di Francia a sostenere l’installazione artistica di Olivier Grossetête – ha aggiunto Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild -. Costruiamo opere che durano nel tempo e ci ha affascinato l’idea surrealista di un ponte virtuale ma concreto, espressione di un gesto poetico collettivo che realizza il sogno di un grande cliente che viene dal passato. Il ponte è l’opera che più mi piace, perché rappresenta sempre un segnale di unione tra popoli, culture ed epoche diverse. Il Ponte Farnese esprime la bellezza del gesto partecipato, con le persone comuni riunite intorno ad un grande progetto, virtuale o fisico, come è avvenuto nella costruzione del Ponte di Genova. Le grandi opere d’arte, in qualche modo come le grandi infrastrutture, rappresentano sempre molto più di un semplice progetto di ingegno. Raccontano storie, visioni, bisogni, ridisegnano le città, cambiano la vita delle persone e influenzano il corso degli eventi. E con questo ponte oggi vogliamo guardare al futuro, ad un futuro di ripresa e di vera e propria rinascita sostenibile che parta da questa città patrimonio dell’umanità, ricordando come la grandiosità architettonica della Roma rinascimentale può di nuovo rivivere e ispirarci per il futuro”.
(Testo Askanews)
(Foto-Umberto Pizzi-riproduzione riservata)