“Roma, 9 ottobre 1982. Dal Tempio Maggiore, la principale sinagoga della Capitale, sta uscendo una piccola folla di persone. È una bella giornata di sole e si è appena conclusa la funzione per la festa ebraica di Sheminì ‘Atzeret. All’improvviso un’esplosione scuote l’aria. «Ci stanno tirando i sassi!» grida qualcuno. Ma non sono sassi. Sono bombe a mano che un commando di terroristi palestinesi sta scagliando su donne, uomini e bambini. Il piccolo Stefano Gaj Taché, di due anni, viene colpito mortalmente alla testa”.
Inizia così la quarta di copertina del libro “Il silenzio che urla”, scritto da Gadiel Gaj Tachè, ed. Giuntina, fratello del piccolo Stefano.
Ieri al Tempio di Adriano è stato presentato il volume alla presenza di Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Shmuel Di Segni, Rabbino Capo della comunità Ebraica di Roma, Andrea Riccardi, Maurizio Caprara e l’autore.
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