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In termini generali, Destinazione Italia sembra identificare correttamente numerosi ostacoli
all’attrazione di investimenti stranieri, e individua potenziali soluzioni per mitigarne o annullarne l’effetto. Prese nel complesso, la maggior parte delle misure proposte disegnano effettivamente un sentiero di riforme che, se davvero fosse realizzato, potrebbe seriamente contribuire a rilanciare le prospettive di crescita del paese.

Restano, tuttavia, tre ordini di perplessità. Il primo ordine di perplessità è relativo alla complessità del pacchetto di misure proposte: nell’attuale condizione politica è irrealistico immaginare che tanti interventi, alcuni dei quali tanto profondi, vengano effettivamente portati
a termine. Di conseguenza, Destinazione Italia rischia di avere l’effetto di disorientare gli
stakeholder, i quali saranno difficilmente in grado di intuire quali siano le misure con la maggior probabilità di arrivare a termine del loro iter, o quantomeno di restare un insieme di tanti buoni propositi capaci di avere un impatto immediato nella percezione del cambiamento ma poca concretezza nella loro realizzazione. Si suggerisce pertanto di identificare un sottoinsieme ristretto di misure tali da costituire l’obiettivo primario di Destinazione Italia, e impegnare il Governo attraverso atti concreti nella loro realizzazione.

Il secondo ordine di perplessità è legato alla genericità di molte delle proposte riportate. Esse possono essere astrattamente condivisibili, ma per capire come e quanto siano effettivamente realizzabili e capaci di generare benefici devono essere corredate da importanti
particolari, quali modalità e tempi di attuazione. Ciò è particolarmente rilevante per due motivi: in primo luogo, perché si tratta di un documento governativo che, almeno nelle intenzioni, dovrà tradursi in misure concrete di regolazione, ma, per come le misure sono al momento individuate, la loro genericità rende assai incerti sia la loro realizzabilità che il percorso per raggiungerla; in secondo luogo, molte delle misure, se seriamente prospettabili, possono sollevare delle opposizioni organizzate: finché non viene reso chiaro chi sono i vincenti e i perdenti, difficilmente esse potranno assumere concretezza.

Il terzo ordine di perplessità è relativo ad alcune contraddizioni tra le misure disegnate dal documento e quelle che, al di fuori di esso, lo stesso governo che ha approvato Destinazione Italia continua ad adottare senza soluzione di continuità rispetto al passato.

I turbo-liberisti Mingardi e Stagnaro asfaltano un po’ Destinazione Italia

In termini generali, Destinazione Italia sembra identificare correttamente numerosi ostacoli all’attrazione di investimenti stranieri, e individua potenziali soluzioni per mitigarne o annullarne l’effetto. Prese nel complesso, la maggior parte delle misure proposte disegnano effettivamente un sentiero di riforme che, se davvero fosse realizzato, potrebbe seriamente contribuire a rilanciare le prospettive di crescita del paese. Restano, tuttavia, tre ordini di perplessità. Il primo…

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