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La proposta di ridurre il costo dei carburanti passa per la diminuzione delle accise. Lo sostiene questa mattina a Sky Tg 24 in merito ai previsti aumenti dei carburanti che scatteranno da domani per 2,4 millesimi di euro al litro piu’ Iva, Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia che ha rilevato come “gia’ oggi secondo l’ultimo dato “SIA – Stacco Italia Accise”, rilevato ogni mese da Assopetroli in collaborazione con Figisc Anisa Confcommercio, solo sulla benzina la sola componente fiscale e’ di 1,048 euro al litro tra accise e iva, cioe’ quello che il consumatore finale versa allo Stato per ogni litro di carburante. Le tasse – ha precisato – pesano sul prezzo finale medio di 1,718 €/litro addirittura per un 61%. Insomma – ha detto Ferrari Aggradi – è come se il consumatore quando fa rifornimento per ogni 50 euro di benzina versi subito allo Stato 30 euro. Ma il campanello di allarme – evidenzia il Presidente di Assopetroli Assoenergia – e’ il differenziale tra il prezzo medio italiano e il resto d’Europa, misurato solo sulla componente fiscale (accise più iva) che e’ stato in media, nel mese di febbraio, di +0,264 centesimi di euro al litro”

Parlando poi degli aumenti passati, ben 11, decisi dai Governi Berlusconi e Monti, Ferrari Aggradi ricorda come il Governo Letta abbia varato altri tre aumenti (domani scatta il primo) che prevedono aumenti complessivi di accisa sino al 31.12.2018 per oltre 1.440 milioni di euro Iva compresa.

Ferrari Aggradi ha quindi ricordato come in Europa “l’Italia sia al secondo posto per accisa più elevata e che dividendo i ventotto Paesi in due gruppi si nota come tra le medie dell’accisa applicata, c’è una differenza di circa 20 centesimi di euro per litro.

La media massima europea è pari a 0,634 euro/litro, la media minima europea 0,434 euro/litro, per la benzina e l’Italia si colloca, con l’aumento di domani, molto al di sopra della media superiore, con circa 0,730 centesimi di euro di sola accisa”.

Da qui la proposta che Assopetroli ha rivolto in diretta al Governo di Matteo Renzi affinche’ avvii un piano quinquennale di riduzioni programmate per ricondurre l’accisa sui carburanti “quantomeno al livello della media superiore europea che, calcolata ad oggi e cioè senza gli aumenti gia’ decisi, comporta una riduzione di circa 10 centesimi al litro”.

Franco Ferrari Aggradi ha concluso il suo intervento ricordando come il piano di riduzione delle accise “che avrebbe immediati effetti positivi sui consumi che sono crollati di circa 9 miliardi di litri negli ultimi 5 anni e quindi su tutto il sistema economico, ha gia’ un precedente in Europa e venne attuato dal Governo Cameron sulla base di uno studio di Fair-Fuel UK, che segnalava come ogni aumento del costo complessivo dei carburanti è deleterio per i posti di lavoro e il PIL e per i conseguenti effetti recessivi sull’economia. Ad ogni aumento di accisa per 4 centesimi – ha concluso Ferrari Aggradi – si perdono 35.000 posti di lavoro e si arriva ad una perdita economica dello 0,1% sul Pil, inversamente per una corrispondente riduzione del prezzo, agendo sulla leva fiscale, si incrementa l’occupazione di 70.000 posti di lavoro e si genera uno 0,2 % in più di pil.”.

La proposta sulle accise di Assopetroli a Matteo Renzi

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