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Cosa sarebbe accaduto se la telefonata al responsabile relazioni esterne dell’Ilva, Francesco Archinà, l’avesse fatta il Senatore Berlusconi anziché il governatore-poeta Nichi Vendola? La domanda provocatoria (ma non troppo) non viene da un falco della nuova Forza Italia, ma da Alessandro Di Battista, deputato dei Cinque stelle, che si chiede in quel caso cosa “sarebbe uscito dalle bocche del popolo del PD?”. Insomma, prima un assist in occasione delle critiche alla politica germanocentrica, poi un invito a seguire tratturi comuni sui temi legati all’euro, quindi critiche parallele alla Rai e ora anche la solidarietà messa per iscritto. Semmai ve ne fosse bisogno, la storia delle amorevoli consonanze tra Beppe Grillo e Silvio Berlusconi si arricchisce di un altro capitolo, questa volta diretto e senza rischio di fraintendimenti. Con un occhio, evidentemente, alle elezioni anticipate non viste come uno spauracchio, anzi.

CASUS BELLI
Di Battista si rivolge al Presidente della Camera, Laura Boldrini, e le chiede se si indigna “anche per quel che, al contrario, torna a dare dignità al popolo italiano”. E accusa la terza carica dello Stato di non digerire “che vi sia un’opposizione al regime, che si critichi Re Giorgio, che si occupi il tetto di Montecitorio per difendere la Costituzione dall’ennesimo stupro o che si osi pronunciare inaccettabili parole quali fuori i ladri dalle istituzioni”. Per poi riservarle la stoccata: “Tuttavia non si indigna se il capo del suo partito, Siderurgia in Libertà, fa da scendiletto al faccendiere di una delle famiglie di industriali responsabile della morte di centinaia di persone. Figuriamoci! Un altro male dell’Italia, oltre all’ipocrisia, è questo odioso “due pesi e due misure” che continua a regnare sovrano. E’ insopportabile!”.

SOLIDARIETA’
Per questo Di Battista si chiede: “E se fosse stato il Silvio nazionale a ridacchiare di un tentativo di censura, a genuflettersi come un mediocre leccapiedi davanti al potere dei Riva, a dire, oltretutto in terza persona (Vendola parla come Fabrizio Ravanelli) «ricordi all’Ingegnere che il Presidente non si è defilato», cosa avrebbero detto i deputati e i senatori di SEL? Che titolone avrebbe sfornato l’Unita’? Quante domande scomode avrebbe tirato fuori dal cilindro la redazione di Repubblica? E invece nulla. Fatto Quotidiano e M5S a parte si assiste ad uno spettacolo indecente. Tutti zitti, tutti muti, ha da passà ‘a nuttata. Stramaledetti ipocriti!”

BRUNETTA DOCET
Ma Di Battista non si ferma qui e nel tentativo di corroborare da un lato la sua tesi dall’altro una convergenza parallela ormai oggettiva, aggiunge che “se non sapessimo con certezza chi è il Senatore Berlusconi verrebbe da solidarizzare con lui, verrebbe da dar ragione a Brunetta quando critica quell’atteggiamento squallido di superiorità morale che vanta la sinistra italiana o meglio i suoi brandelli in decomposizione”. Senza dimenticare il riferimento alle vicissitudini del Guardasigilli, su cui precisa che “se Berlusconi fa telefonate indecenti viene, giustamente, crocefisso, mentre se le fa la Cancellieri (a proposito caro Pippo Civati, non essere ridicolo, è inutile presentare una mozione di sfiducia al Ministro, basta votare la nostra faina!) si parla della sua umanità e se le fa Vendola lo si prova a giustificare sostenendo che non voleva ridere dei tumori”.

TUTTI IPOCRITI
Il deputato grillino riporta anche le parole al vetriolo pronunciate 24 ore prima dal suo collega di partiti Luigi Di Maio quando ricordava che se questa è la sinistra meglio non averne mai fatto parte. Ma l’uscita di Di Battista si inserisce in un preciso rivolo di comunicazione tra due comunicatori che, con le rispettive questioni aperte, tentano di riprendere un filo di opposizione. Il primo perché in quella veste c’è sempre stato e per questo è stato votato, il secondo perché altra via di uscita non ha.

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