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La prima battaglia nella guerra per il controllo della Bpm l’ha vinta il sindacato, contro Piero Lonardi, il presidente dei soci non dipendenti. Lonardi aveva dedicato parole al vetriolo agli altri concorrenti nell’agone che avrebbe portato a ottenere la maggioranza nel Consiglio di gestione.

IL RUOLO DEL SINDACATO

“Il sindacato non deve presentare le liste, lo devono fare i soci. E il Sindacato non sta facendo il suo mestiere, invece di proteggere i posti di lavoro sta portando la banca verso una fusione che provocherà tagli”, questo in sintesi il pensiero di Lonardi. Formiche.net ha raggiunto al telefono Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggior sindacato dei bancari, per avere una replica, post vittoria all’assemblea che ha eletto il nuovo Consiglio di sorveglianza.
“Intanto – dice Sileoni a Formiche.net – non abbiamo presentato, ma appoggiato la lista guidata dall’ex ministro Piero Giarda. In secondo luogo, la banca sarà fusa? Ma Lonardi fa il mago? Guardi, preferisco non rispondere alle accuse di chi fa dell’improvvisazione la sua regola di vita”. Lo scambio di cortesie è servito.

I RISULTATI DOPO TRE ANNI DI LAVORO

Quanto al voto di ieri, che chiude una querelle lunga alcuni mesi, Sileoni ritiene la vittoria “il risultato di tre anni di lavoro. Siamo soddisfatti soprattutto perché c’è stata una risposta dei lavoratori e dei pensionati. L’alternativa sarebbe stata mettere in mano una banca a degli sprovveduti, e dunque creare le condizioni per licenziare, per esuberi, per affossare di più l’istituto. Non ne faccio un ragionamento di parte, ma noi siamo quelli che esattamente tre anni fa hanno rotto con la gestione passata di Bpm”. Il sindacato era maggioritario ma Sileoni, appena eletto segretario generale delle Fabi, ne contestò i metodi. “Commissariando Bpm – ricorda – La prima spallata fu data quando candidammo Arpe contro Bonomi, pur se non riuscimmo a vincere”. Ovviamente ora ciò che interessa ai soci è il futuro di piazza Meda.

COME SARA’ LA NUOVA BPM

Allora come cambierà Bpm? “Nel modo in cui deciderà Giarda insieme al Cds – risponde Sileoni – Innanzitutto loro sceglieranno chi mettere al Consiglio di gestione e poi rilanceremo la banca. Ci sta a cuore il modello cooperativistico. Il Sindacato vigilerà sulla gestione, proporremo un management che sarà votato e poi valutato dopo tre anni. Noi vogliamo che la banca rimanga autonoma e vogliamo che sia rilanciata conservando il buono del passato, perché la gestione passata non è stata da buttare, e prosegua nel supporto alle famiglie”. E che ne è della Spa? “La Spa l’abbiamo sempre combattuta. Non abbiamo paura di mostrare le nostre ragioni a Bankitalia. La storia dimostra che le banche di credito cooperativo hanno retto la crisi più delle Spa e al contrario delle spa non hanno avuto guai giudiziari”. Quanto al duale, ancora, “l’anomalia dello Statuto – conclude Sileoni – prevede che siano rappresentati i fondi nel Cds, domani avremo un incontro per capire che tipo di condivisione ci sia”.

 

 

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