Skip to main content

Di seguito pubblichiamo una delle ultime bozze del manifesto-appello che circola tra intellettuali liberali e liberisti che vogliono dar vita a un’Alleanza liberaldemocratica per l’Italia. Le prime indiscrezioni sul progetto, e sulle personalità che lo stanno curando, sono contenuti in questo articolo di Bruno Guarini.

Il testo del manifesto, come si può vedere di seguito, punta di fatto e prosciugare idee e consensi a Fare per Fermare il declino, il movimento fondato tra gli altri da Oscar Giannino e ora capeggiato dall’economista Michele Boldrin.

BOZZA DEL MANIFESTO-APPELLO PER UNA ALLEANZA DEI LIBERALDEMOCRATICI ITALIANI (ALI)

Per fermare il declino dell’Italia, occorre una stagione di riforme radicali in campo economico, sociale e istituzionale.

Anche l’Italia di oggi può farlo, se prevarrà la consapevolezza dello sforzo da compiere e delle opportunità che da tale impegno potranno derivare. Noi sogniamo una società aperta, competitiva e inclusiva, dove ognuno sia libero di fare e nessuno sia escluso. Torneremo a crescere, se i cittadini saranno liberi di lavorare, investire e creare, se il Paese tornerà attraente per i talenti e i capitali del mondo, e la politica abbatterà i troppi privilegi corporativi che garantiscono le posizioni di rendita di pochi a svantaggio dei tanti, in particolare soffocando le energie e umiliando le legittime aspettative delle giovani generazioni.

Il biennio 2012-2013 sarà ricordato per le occasioni sprecate. Il governo tecnico guidato da Mario Monti – dopo aver affrontato la fase emergenziale a fine 2011 con giusta consapevolezza della sua gravità – non è purtroppo riuscito a realizzare le auspicate riforme di modernizzazione e liberalizzazione dell’economia. Il governo delle “grandi intese” presieduto da Enrico Letta è impantanato nelle tensioni provocate dalla propria maggioranza, formata da partiti irresponsabili e litigiosi, sempre meno credibili e privi di proposte concrete.

Le elezioni dello scorso febbraio hanno premiato il populismo, favorito dalla frammentazione dell’area riformatrice e liberaldemocratica, che avrebbe dovuto offrire un’unica proposta di governo forte e capace di parlare a un elettorato ampio. FARE si è trovata isolata, l’anima liberale di Scelta Civica ha sofferto l’ambigua convivenza con centristi e falsi moderati. Entrambe le formazioni hanno poi fallito la sfida post-elettorale: per ragioni diverse, non hanno saputo evolvere in partiti attrattivi ed efficaci.

Dai fallimenti si può imparare. La civiltà e la prosperità dell’Occidente democratico si fondano da secoli sulle istanze di libertà individuale, cioè sulla tutela dei diritti della persona nei confronti dell’invadenza dello stato, e nel riconoscimento della fertile dinamica dell’economia di mercato:  dalla loro rigenerazione può partire il rilancio del nostro Paese, non da un mal interpretato o superficiale “nuovismo”.

Un atteggiamento pratico e concreto è sempre necessario, purché non si tramuti nel semplicistico adattamento delle proprie idee e dei propri obiettivi politici alla quotidianità dei sondaggi. I partiti del nostro secolo non devono essere né burocrazie pesanti, né monarchie carismatiche o tantomeno assemblee plebiscitarie: devono essere organizzazioni “intelligenti”, capaci di produrre idee e selezionare classe dirigente sulla base del merito. Se pure destra e sinistra appaiono categorie poco adatte a descrivere idee ed esigenze di una società plurale, va riconosciuto che la dinamica della competizione per il governo delle democrazie avanzate ha una natura prevalentemente bipolare. La sfida, per un movimento di ispirazione liberale, è allora quella di saper essere “se stessi”, coerenti con le proprie idee e la propria visione di Paese: questo rende credibili anche quando le sfide elettorali impongono alleanze e collaborazioni con forze diverse.

Le riforme di libertà e modernità di cui l’Italia ha bisogno sono purtroppo note da decenni, sono state più volte proposte e mai realizzate. L’attuale centrosinistra non ha mai saputo superare i suoi gravami ideologici e la dipendenza dai propri “blocchi sociali di riferimento”, oggi veri e propri rentier di risorse pubbliche e privilegi. Il centrodestra berlusconiano ha sistematicamente tradito la promessa di una “rivoluzione liberale”, sopravvivendo per vent’anni sulle debolezze degli avversari e sulla capacità comunicativa del suo leader, ma fallendo ripetutamente la sfida del governo.

Alleanza dei liberaldemocratici Italiani (Ali) si rivolge ai tanti italiani stanchi di vedere il nostro Paese frenato e svilito da un sistema pubblico asfissiante, iniquo e inefficiente. C’è bisogno di ridurre puntualmente e intelligentemente la spesa pubblica, per abbattere la tassazione su lavoro e imprese a livelli accettabili. Occorre un piano di massicce alienazioni di patrimonio pubblico, per ridurre l’enorme stock di debito accumulato, e liberare l’economia dalla presenza ingombrante dello Stato – anche nella sua articolazione territoriale – della partitocrazia e delle reti di sottogoverno. Occorre rendere libero e aprire ogni ambito della vita produttiva, perché la competizione è la principale leva di equità ed efficienza.  L’economia di mercato e la cultura imprenditoriale devono essere riabilitate: abbiamo bisogno di un capitalismo che serva gli interessi di tutti, non di una sua variante corrotta asservita agli interessi di pochi.

Occorre rimettere al centro del sistema l’individuo, cui bisogna restituire la libertà di agire ma anche la possibilità di ricevere servizi pubblici efficienti, in un welfare sganciato da apparati rigidi e burocratici.  Occorre lavorare per una società aperta sia nelle politiche di prossimità, anche in funzione della diversità territoriale e regionale, che deve essere valorizzata e responsabilizzata, per diventare una risorsa e un’opportunità per il Paese. Vogliamo un welfare basato sulla cultura della solidarietà, della sostenibilità e della sussidiarietà, non dell’assistenzialismo, della dipendenza e dell’intermediazione politica, che pone a carico dei contribuenti costi elevati per servire interessi corporativi anziché i più deboli.

Un welfare e un sistema educativo che coinvolgano maggiormente i privati e restituiscano responsabilità e libertà di scelta agli individui, alle famiglie, alle comunità e alle istituzioni locali, per un uso efficace di risorse che saranno sempre più scarse a fronte di aspettative sempre crescenti. Occorre che il potenziale di innovazione ed energia oggi inutilizzato dei giovani sia messo in condizione di essere uno dei traini della ripresa del paese, aprendo le tante porte oggi chiuse dalle corporazioni, e non considerato come un “problema”.

Vogliamo lavorare per un’Europa aperta, spazio di libertà e pace, rispettosa delle differenze, più capace di competizione e di inclusione, contro ogni forma di statalismo, di iperregolazione burocratica e di chiusura protezionistica.

Ci impegniamo per affermare le libertà civili, l’autodeterminazione degli individui e la convivenza delle opinioni e delle scelte di ognuno.

Su queste basi, Ali lavorerà per contribuire, insieme a chiunque condivida queste visioni, alla realizzazione di un’autentica rivoluzione di libertà e modernità per l’Italia, favorendo l’aggregazione di persone, movimenti, associazioni, partiti che condividano questo programma, e promuovendo proposte e iniziative che aiutino a realizzarlo.

Ecco come Giannino vuole Fare concorrenza a Boldrin

Di seguito pubblichiamo una delle ultime bozze del manifesto-appello che circola tra intellettuali liberali e liberisti che vogliono dar vita a un’Alleanza liberaldemocratica per l’Italia. Le prime indiscrezioni sul progetto, e sulle personalità che lo stanno curando, sono contenuti in questo articolo di Bruno Guarini. Il testo del manifesto, come si può vedere di seguito, punta di fatto e prosciugare…

Iran, il ruolo di Francia e Israele nei negoziati sul nucleare

Il dossier sul nucleare iraniano al centro dei negoziati di Ginevra 2 si complica, anche a causa dell'ennesimo assassinio, questa volta ai danni del viceministro dell'Industria di Tehran, Safdar Rahmat Abadi. Una morte che, secondo diverse fonti, sembra portare il marchio dei Servizi segreti israeliani. E dopo la prima fumata nera su un accordo, che la Repubblica Islamica addebita ai…

Giannino mette le Ali per tornare in politica

La passione politica e civile cova sotto la scorza del polemista e dell’editoriale. E forse la sua parabola alla testa di Fare per fermare il declino ha provocato in Oscar Giannino una sorta di voglia di rivincita. Sarà così, o forse no, sta di fatto che la firma economica del Messaggero e di Radio 24, già al Foglio e al Riformista,…

Ichino all'attacco sulla riforma della Difesa

Oggi la spesa per la Difesa (esclusa quella relativa al corpo dei Carabinieri) è destinata per il 70 per cento al pagamento degli stipendi al personale, per il 12 alle spese di esercizio e per il 18 agli investimenti (armi, mezzi e innovazione tecnologica). La legge 31 dicembre 2012 n. 244 si propone di modificare questa ripartizione in modo che,…

Vi spiego perché la Google Tax all'amatriciana non mi convince

Il dibattito sull’emendamento Boccia-Carbone dà il segno delle due componenti che dominano il dibattito sugli “over-the-top” (OTT) in Italia: la lobby degli editori e Telecom. La prima lamenta la perdita di pubblicità causata o accelerata dagli OTT, la seconda l’utilizzo “a scrocco” dell’infrastruttura di rete da parte degli OTT, che non contribuiscono – perlomeno non direttamente – al suo sviluppo.…

Lo Stato non abdichi mai nei confronti dei violenti

Ho aspettato una notte per scrivere questo editoriale. A mente fredda, perchè l'impulsività avrebbe potuto contagiarmi in negativo, ma, alla fine, il principio guida, anche a distanza di ore è solo uno: dopo il caso Salernitana-Nocerina (partita sospesa, con sceneggiata in campo dei calciatori terrorizzati, dopo le minacce di morte di alcuni tifosi al seguito) ci può essere solo una…

I due partiti di Repubblica

Che cosa succede al quotidiano la Repubblica? C'è per caso un dissidio latente fra il fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari, e la direzione di Ezio Mauro? Negli ambienti politici, e dunque non solo giornalistici, qualcuno inizia a porsi la domanda. Gli indizi cominciano ad essere troppi per non porsi l'interrogativo, in effetti. Ieri Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano del gruppo…

Storace, Meloni e Fini, chi bisticcia per la cassa di Alleanza nazionale?

Francesco Storace, leader de la Destra, l'ha detto a chiare lettere sabato scorso a Roma battezzando il movimentoxlalleanzanazionale assieme a Roberto Menia e ad Adriana Poli Bortone: “Tenetevi i soldi, ma lasciateci il simbolo”. Perché uno dei tratturi da percorrere per comprendere cosa sta accadendo nel mondo della destra italiana, porta dritto a via della Scrofa, storica sede del Msi…

Che cosa è successo nelle Filippine. La rassegna stampa

La rassegna stampa è presa da Good Morning Italia e pubblicata con licenza Creative Commons. Per ricevere Good Morning Italia ogni mattina, direttamente sulla propria email, è possibile abbonarsi gratuitamente cliccando qui. DIVERSAMENTE FORZA ITALIA, NUOVO SCONTRO Alfano chiede a Berlusconi di sostenere il governo anche dopo la decadenza. Il Cav dice no e riapre le divisioni: ricordatevi di Fini (Huff Post). La lettura…

×

Iscriviti alla newsletter