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Le Nazioni Unite nicchiano? Ci pensa l’Onu del Mediterraneo a visitare i teatri di crisi per offrire un supporto diplomatico. Si chiama Pam, acronimo di Assemblea dei Parlamenti Mediterranei e dal 2005 è lo strumento dedicato alle emergenze che si presentano in quel grande leggo salato che bagna tre continenti. Una sorta di Onu di casa nostra in grado di coadiuvare con efficienza gli interventi (sovente in ritardo) di assise internazionali e grandi enti, come appunto le Nazioni Unite, che in determinate circostanze faticano a reperire una soluzione condivisa per date questioni.

Mission
La Pam al momento è l’unico ente capace di far sedere allo stesso tavolo israeliani, palestinesi, turchi, ciprioti, tunisini, libanesi, giordani, libici ed è guidato da un italiano, il senatore pidiellino Francesco Maria Amoruso. Si tratta di un’organizzazione interparlamentare dotata di capacità e personalità giuridica internazionale, Osservatore Permanente dell’Onu il cui bilancio è sostenuto in modo proporzionale dai paesi membri. E’uno strumento in mano alla diplomazia parlamentare della regione che va dalla Mauritania al Portogallo, via Gerusalemme. Uno degli elementi peculiari della Pam è il suo carattere ugualitario: tutti gli Stati membri hanno identico peso rappresentativo e lo stesso numero di voti. Ragion per cui la sua dimensione prettamente mediterranea si presta all’attualità dei fronti caldi che nel mare nostrum non mancano, dalla Libia alla Tunisia, dall’Egitto alla Siria.

Obiettivo Siria
Su richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite lo scorso luglio la Pam ha tenuto una missione in Siria e Libano, al fine di intrattenere incontri bilaterali con membri del parlamento e del governo siriano. Obiettivo, contribuire alla risoluzione degli ostacoli incontrati proprio dalle Nazioni Unite nelle operazioni all’interno del paese, in modo particolare riguardo alla consegna materiale degli aiuti umanitari. Per cui poter utilizzare la diplomazia parlamentare come strumento di “confidence bulding” nel quadro del conflitto siriano è stato un punto a favore per una futura armonizzazione della crisi in loco e dei tentativi complessi di risoluzione. Tra l’altro all’interno dei risultati della missione è da segnalare l’impegno preso da parte delle autorità siriane di assicurare un collegamento diretto con le agenzie umanitaria dell’Onu proprio per garantire una maggior interazione tra le parti coinvolte.

Emergenza umanitaria
In Siria l’aspetto umanitario è ancora una delle priorità, con all’ordine del giorno sequestri e rapimenti, oltre a episodi di sciacallaggio e l’espulsione coatta della popolazione della proprie abitazioni, che unitamente all’aggravamento del conflitto interno, ha prodotto decine di migliaia di profughi. Senza dimenticare la quasi totale assenza di comunicazione tra il parlamento siriano e la comunità internazionale. Ragion per cui, su sollecitazione del Palazzo di Vetro, la Pam sarà ad Amman il prossimo 10 novembre, anticipa a Formiche.net il Presidente Amoruso “per una tre giorni di incontri, meeting e visite nei campi profughi, al fine di focalizzare l’attenzione non solo sulla Siria, ma sul coinvolgimento auspicabile dei Pesi vicini, come Iraq, Giordania, Libano e Turchia, oltre che sulla cosiddetta Proposta russa e le migliori strategie per contribuire a livello parlamentare alla riuscita della Conferenza Ginevra II”.

twitter@FDepalo

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