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Il progetto di Rocco Buttiglione sembra prendere lentamente il via. Il presidente dell’Udc è stato da sempre uno dei più convinti sostenitori dell’unione dei Popolari italiani sotto il vessillo del Ppe. Con la scissione di Scelta civica e del Pdl, ora questo orizzonte appare più vicino.

Professore, è soddisfatto?
Le divisioni avvenute dimostrano che una fase politica durata vent’anni è finita e ora c’è bisogno di contenitori nuovi, nuovi volti ma dietro ad essi i nostri valori. Non basta un leader ma bisogna lasciare spazio a chi può unire competenza e spirito di sacrificio, tecnica e “l’odore delle pecore”, come dice Papa Francesco. Convergere i popolari italiani nel nome del Ppe è necessario per avere un riferimento ideale chiaro e per comunicare la posizione dell’Italia in Europa.

Per questo progetto, l’Udc potrebbe sacrificarsi? Molti rumors parlano di un possibile scioglimento…
L’Udc da tempo ha puntato sulla formazione di un partito più grande che sia all’altezza delle sfide che richiede il Paese. Ma noi non lo scioglieremo fino a quando non sarà chiaro in quale contenitore travasare tutto l’entusiasmo, l’energia, gli uomini che la storia del nostro movimento porta con sé.

Intanto il congresso del 29-30 novembre è stato annullato?
Per ora è fissato il consiglio nazionale del 22 novembre. Io chiedo: ha senso fare il Congresso adesso? Se vogliamo costruire un percorso comune con Mario Mauro, Lorenzo Dellai, ecc, forse dovremmo concordare con loro le prossime tappe.

E con “il nuovo centro-destra” come sono i rapporti? Formigoni ha detto che “il centro è un’illusione” e che voi dell’Udc e di Sc dovreste “convertirvi al centro-destra”.
Parliamone. A me piacerebbe che l’Italia fosse come la Germania, con un grande partito di centro-destra alternativo ai socialisti. Ma la domanda è: ci riusciremo? Non possiamo fare troppi compromessi con i populisti perché populisti e popolari non sono la stessa cosa, gli alfaniani dovrebbero saperlo.

Con i Popolari del Pd ci può essere dialogo?
L’idea di un partito che vada da Letta-Fioroni ad Alfano-Lupi, passando per Buttiglione-Casini sarebbe bello ma non è all’ordine del giorno, è una cosa di domani, non di oggi. Sarebbe già molto adesso se riuscissimo a mettere insieme il Nuovo Centro-destra, l’Udc e i Popolari di Scelta civica.

È credibile la “scissione a tempo determinato”, come l’ha chiamata Renzi, di Alfano visto che correrà con Berlusconi alle prossime elezioni?
Mi pare siano discorsi fatti con troppo anticipo. Cosa succederà a Forza Italia se Berlusconi per diverso tempo non potrà fare politica attiva? Cosa accadrà nel frattempo al governo? Se Letta aggancerà la ripresa, la maggioranza si rafforzerà e durerà fino al 2015. Forse vorrà dire che è finita l’era del populismo e degli stregoni e che sarà arrivato il tempo dei medici seri che impongono sacrifici. Ma poi questi sacrifici pagano.

Il Senato voterà il 27 novembre la decadenza di Berlusconi. Voi vi esprimerete a favore? Quanto questo scoglio fa traballare la nave delle larghe intese?
Ne discuteremo ma penso voteremo a favore. Il problema della decadenza è una questione gonfiata perché la strada di Berlusconi è già segnata, indipendentemente dall’esito del voto in Senato.

Alfano e Mauro, partiamo da qui. Parla Buttiglione

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