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La cultura del No è diventata in Italia uno degli ostacoli principali allo sviluppo, alla crescita economica, alla modernizzazione. C’è chi vuole reagire. Nasce così l’appello firmato da 30 personalità influenti del Paese (e molte se ne aggiungeranno) tra politici, imprenditori, comunicatori che, con coraggio, hannodeciso di contrapporsi alla cultura dilagante del no in Italia, una forma aggravata della nota sindrome di Nimby. Oggi il primo documento firmato, alla vigilia della manifestazione No Tav di sabato 19. Un sì alla Torino-Lione; la posizione è però di apertura, ed è applicabile anche ad altre realtà nel campo ambientale, dell’energia e della scienza.

ECCO IL TESTO COMPLETO DEL MANIFESTO-APPELLO E DEI FIRMATARI

Sabato 19 ottobre si terrà una manifestazione organizzata da varie realtà politiche e sociali che marceranno sotto lo slogan “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti”. Forse per il tradizionale vizio di semplificazione eccessiva, o probabilmente per una certa dose di lungimiranza, i media l’hanno fatto diventare il corteo caldo dei NO-Tav. Questo ci fa intuire come in crescendo di radicalismo l’ombrello della sigla si sia allargato collimando con ogni forma, anche con le frange violente, di protesta anti-sistema.

Senza voler criminalizzare le opinioni altrui le quali, anche quando estreme, rimangono tali fintanto che non si trasformano in incitamenti aggressivi o comportamenti delittuosi, e riconoscendo in quanto autentici liberali il legittimo diritto a manifestarle, rivendichiamo altrettanto il nostro diritto inviolabile ad avere un’opinione contraria su un’opera che ha tutte le carte della legalità.

A prescindere dal convincimento personale sull’opportunità di questa infrastruttura, vogliamo ricordare che la linea ferroviaria Torino-Lione rientra tra i progetti delle grandi vie di comunicazione transeuropee decisi da Bruxelles. E’ stata approvata dal Parlamento italiano e per la sua realizzazione l’Italia ha ricevuto finanziamenti comunitari.

Non è accettabile che in aggiunta alla latitanza – quando non addirittura al sostegno acritico – di alcuni schieramenti politici, si arrivi a considerare equidistanti le posizioni di chi si oppone usando in alcuni casi persino metodi para-fascisti, e quelle di chi realizza un’opera regolare, lecita.

Lo scontro sulla linea Torino-Lione è una metafora tra un Paese senza ambizioni e un Paese che non abbassa le braccia.

Parafrasando un felice titolo di un libro di pedagogia contro la cultura del no, sostieni “I Sì che aiutano a crescere” e firma l’appello.

E’ giunta l’ora che chi crede nella crescita e nel futuro sia meno timido e non si faccia intimidire.

Chicco Testa, Claudio Velardi, Massimo Micucci, Annalisa Chirico, Patrizia Feletig

Piergiorgio Strata, Stefano Esposito, Raffaella Di Sipio, Alessandro Beulke, Stefano Cingolani, Giovanni Galgano, Giulio Bettanini, Stefano Bevacqua, Rosa Filippini, Mario Signorino, Tommaso Franci, Francesco Mauro, Raffaele Bianco, Carlo Stagnaro, Gianfranco Borghini, Paolo Macry, Maria Chiara Risoldi, Paolo Colli Franzone, Antonio Saitta, Salvatore Margiotta, Magda Zanoni, Paolo Birolini, Vittorio Zambardino, Luigi Spina, Roberta Filippini, Piero Severi, Silvana Nitti

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