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L’uscita dell’Italia dal memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative “è un passo atteso da tempo”. A spiegarlo a Formiche.net è il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea e responsabile rapporti diplomatici di Fratelli d’Italia. C’era una visione che “andava corretta”, quella che portò il governo gialloverde di Giuseppe Conte a siglare l’intesa sulla cosiddetta Via della Seta nel marzo 2019, “anche alla luce dei nostri impegni europei”, continua.

Intervistato prima delle elezioni del settembre dell’anno scorso, l’ex ministro degli Esteri diceva a Formiche.net: “Non voglio neanche prendere in considerazione che al momento della scadenza non ci sia una revisione approfondita e una stretta consultazione con i partner europei ed atlantici, al fine di riequilibrare i pesi con Pechino”.

Ora, dopo il mancato rinnovo della Via della Seta, Italia e Cina hanno deciso di puntare nelle relazioni bilaterali sul partenariato strategico globale, lanciato nel 2004 dall’allora presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e dall’allora primo ministro cinese Wen Jiabao. “Continua a essere molto produttivo in termini di intese, collaborazione, progetti e opportunità”, commenta il senatore sottolineando la necessità di riportare la relazione bilaterale su “piano diverso” da quello del memorandum d’intesa che “non aveva legittimazione parlamentare e presentava problematicità nei confronti dei nostri impegni europei, senza dimenticare che il documento era ampio ma allo stesso tempo indeterminato”.

“Il quadro di riferimento dev’essere quello europeo”, prosegue. L’Unione europea descrive così la Cina dal 2019 dopo un aggiornamento rispetto al partenariato strategico in vigore dal 2003: “Un partner di negoziato con cui l’Ue deve trovare un equilibrio di interessi, un concorrente economico che ambisce alla leadership tecnologica e un rivale sistemico che promuove modelli di governance alternativi”. “L’Europa e i Paesi atlantici sono chiari su determinati settori”, evidenzia il senatore citando tecnologie emergenti, catene di approvvigionamento nei settori strategici, cybersecurity e reciprocità, ma anche diritti umani e diritto internazionale.

Il governo presieduto da Giorgia Meloni “esce dimostrando una linea di coerenza e linearità sulla conduzione della politica estera, in particolare su uno dossier tra i più importanti di politica estera e di politica multilaterale globale”, sostiene Terzi. “La tenuta e il rafforzamento dell’azione di governo è frutto anche della coerenza”, conclude.

Sulla Cina il governo si dimostra coerente. Parla Terzi (FdI)

“Un passo atteso da tempo”, dice il senatore commentando l’uscita dell’Italia dal memorandum d’intesa sulla Via della Seta. C’era una visione che “andava corretta”, quella di Conte. “La tenuta e il rafforzamento dell’azione dell’esecutivo è frutto anche della coerenza”

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