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Meno tasse e più ripresa, in un centrodestra nuovo e unito che intende “seppellire” l’esperienza di questo ventennio. Su queste basi sta prendendo forma una nuova realtà associativa di stampo liberale, “I Blu per l’Italia”. Obiettivo dell’associazione? Promuovere comitati locali guidati da dirigenti che per loro stessa ammissione si ritengono “provvisori”.

Chi c’è e chi potrà esserci
L’associazione si chiama “Blu per l’Italia” ed è nata formalmente alcuni mesi orsono. Fra i promotori/fondatori ci sono Francesco Macrì, imprenditore aretino di 39 anni con un passato di giovane amministratore (assessore comunale) proveniente da Alleanza Nazionale; Daniele Toto, imprenditore ed ex deputato nelle fila di Forza Italia passato a FLI in seguito alla scissione dal PDL; Riccardo Starace, imprenditore romano e Angelo Pollina già vice presidente del consiglio regionale toscano. Si annuncia per fine mese la presentazione, presso la sede “fisica” in Roma, della sede virtuale, il sito internet, dei comitati già costituiti e degli speaker regionali che coordineranno la fase iniziale organizzativa.

Vademecum
Alla voce programma spicca una sorta di “rivoluzione” generazionale con giovani meritevoli, capaci anche di scegliere i migliori delle generazioni passate, che non “rottamano” ma valorizzano sapienza ed esperienza. Rendere maggiormente produttivi i beni culturali, stimolando la competizione e la concorrenza nelle arti e favorendo lo sviluppo dell’economia per “fare del turismo un sicuro volano di economia”. E ancora: promuovere una moderna idea di giustizia, di autentica equità, di pari opportunità, liberare le banche dal potere della politica, battersi contro possibili derive stataliste e collettiviste, contro populismi demagogici, contro ogni nostalgia passatista, attuare un sistema di protezione sociale che superi i vetusti e perniciosi sistemi attuali di ammortizzatori sociali; introdurre un sussidio di disoccupazione universale, limitato nel tempo e accompagnato da nuova formazione e orientamento verso nuove esperienze lavorative. Abbassare le tasse sul lavoro.

Spesa pubblica e tasse
Ampliare gli spazi di concorrenza e libertà di mercato, abbassare le tasse e la spesa pubblica e ridurre il debito pubblico. Risolvere i conflitti d’interesse endemici e particolari. Introdurre un federalismo di stampo italiano, su base comunale. Infine rendere chiare e nette le competenze sui vari livelli di governo.

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