Skip to main content

“Altro che pensioni d’oro, non siamo dei privilegiati, o una casta  da penalizzare, ma vogliamo essere considerati una risorsa per il Paese. Chiediamo che il governo Letta abbia uno scatto di reni e faccia ciò che occorre all’Italia”. Questo il messaggio all’esecutivo che il numero uno di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, rivolgerà domani in occasione di un incontro pubblico per chiarire emergenze e azioni che il governo non può più tardare.

Di fatto la manifestazione di domani è contro il governo?
Per la prima volta, venendo un po’ meno al nostro stile, abbiamo usato parole forti, di sfiducia al governo. Una forzatura al nostro modo di pensare e agire, ma abbiamo scelto tale passaggio comunicativo per esternare in maniera forte e chiara alla politica che la misura è colma.

Quali sono le maggiori critiche all’esecutivo?
Siamo stanchi di essere additati da una politica inetta, che parla e non concretizza, come una categoria di privilegiati, di ricchi, di persone che debbono essere penalizzate sul piano fiscale. Vogliamo chiarire che il 98% dei dirigenti che rappresentiamo, provengono da famiglie del ceto medio. Si tratta quindi di persone che sono diventate dirigenti per meriti acquisiti, per l’impegno che hanno profuso nei lunghi anni della propria vita professionale. E che non sono affatto portatori di privilegi.

Altra nota dolente è quella delle retribuzioni: come replicare a chi vi accusa di importi sproporzionati?
Piantiamola. I dati dell’Inps, e non i nostri, dicono che la retribuzione media di un dirigente di buon livello viaggiaattorno ai 120mila euro lordi annui compresa la parte variabile legata ai risultati. Per cui tutte le cifre milionarie di cui si parla nei talk show appartengono a pochissime persone, spesso più imprenditori che dirigenti. E che comunque operano nel mondo finanziario, assicurativo, bancario e certamente non in quello industriale che noi rappresentiamo.

E sul versante previdenziale?
Altro che pensioni d’oro. Il grosso delle pensioni che noi rappresentiamo si attestano attorno ai 70-75 mila euro lordi annui, che al netto scendono a 50. Sono buone pensioni ma nascono da contributi versati. Quindi la manifestazione di domani si rivolge contro questo approccio demagogico, retorico e strumentale con cui problemi seri del Paese vengono in qualche modo mistificati.

Perché i manager pubblici e privati sfiduciano Enrico Letta?
Il premier, che stimiamo, dispone di tutti gli elementi per comprendere le ragioni del nostro dissenso. Sa che questo Paese riparte se c’è una elitès, nel senso più nobile del termine sociale e professionale, che si rimbocca le maniche, viene responsabilizzata, non mortificata continuamente, e si mette alla testa di un processo di risanamento e di rilancio generale. Il paese si rilancia se la borghesia produttiva si fa carico di un grande progetto Italia: lungimirante, visionario, in cui tutti ci riconosciamo e ci mettiamo la faccia.

Quale atteggiamento invece va evitato per non bissare gli errori del passato? 
Non è con politiche mortificanti e che deprimono il merito e la responsabilità che tale processo virtuoso potrà vedere la luce. Purtroppo sta passando un messaggio dove la classe dirigente,  politica e non,  viene dipinta come una casta da penalizzare. Non è vero, non siamo una casta e nessuno di noi lascia il proprio posto di dirigente al figlio. I nostri parametri sono altri: impegno, servizio e sacrificio. Non dimentichiamo che anche noi stiamo pagando un prezzo alto a questa crisi infinita.

Ovvero?
Abbiamo un solo privilegio: quello di essere licenziabili in qualunque momento, pur essendo lavoratori dipendenti  non abbiamo una tutela reale del posto di lavoro. Abbiamo migliaia di dirigenti licenziati, disoccupati, esodati. Rappresentiamo la gran pare di quei lavoratori che pagano le imposte fino all’ultimo centesimo. Vorrei ricordare che i dirigenti in servizio ed in pensione sono lo 0,7% di quell’1% di contributori Irpef che dichiarano più di 90mila euro di reddito, ma che contribuisce al gettito complessivo del Paese nella misura tra il 18 e il 20%. Siamo lavoratori che fanno fino in fondo il proprio dovere contributivo e fiscale. Non ci siamo mai sottratti a politiche solidaristiche. Ragion per cui siamo stanchi di vedere come tutte le volte che c’è bisogno di fare cassa si parla di pensioni d’oro da tassare in modo improprio, di bloccare l’adeguamento al costo vita delle pensioni medio alte e addirittura,  si sta riparlando di introdurre il divieto di cumulo tra pensione e lavoro autonomo: insomma, è un accanimento terapeutico. Tutto questo mentre i nodi strutturali in chiave di competitività e modernizzazione, di un nuovo capitalismo meno familiare e più manageriale restano irrisolti.

Come ovviare all’atavica deficienza strutturale italiana?
Il riferimento è a politiche economiche  che inducano i cittadini a fare impresa, mentre oggi nel Paese ciò viene scoraggiato. Colpa del fisco, della burocrazia, della mancanza di politiche energetiche, della mancanza di infrastrutture,perché siamo in presenza  di  uno Stato pesante che fa troppo e, spesso lo fa male e costa tanto. Noi invece immaginiamo uno Stato più leggero, che si concentri su poche cose serie e fattibili, responsabilizzi i cittadini, compia un corretto ma sopportabile  politica redistributiva senza scoraggiare l’impegno. Con quel termine forte “sfiduciamo il governo”, vogliamo invogliarlo ad avere uno scatto di reni, per realizzare atti coraggiosi e lungimiranti. Faccia emergere la volontà di introdurre discontinuità nella propria azione: se il governo lo farà saremo i primi ad ammettere di aver sbagliato!.

twitter@FDepalo

Perché noi manager sfiduciamo il governo Letta. Parla Ambrogioni

“Altro che pensioni d'oro, non siamo dei privilegiati, o una casta  da penalizzare, ma vogliamo essere considerati una risorsa per il Paese. Chiediamo che il governo Letta abbia uno scatto di reni e faccia ciò che occorre all'Italia”. Questo il messaggio all'esecutivo che il numero uno di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, rivolgerà domani in occasione di un incontro pubblico per chiarire…

Caro Renzi, scordati le urne. Le parole (top secret) di Napolitano

Chi ha avuto modo di parlare con il presidente della Repubblica assicura ch’egli non ha inteso alludere solo alle opposizioni quando, ospite del Senato, ha lamentato “il frastuono delle polemiche così dannatamente elettorali” che agitano il dibattito politico. Ed ha ricordato che le elezioni per il rinnovo delle Camere “sono lontane”, per quanto “da qualcuno invocate in ogni momento”. LA…

Chi sarà il personaggio dell'anno 2013 secondo la rivista Time

Tutto pronto per l’annuncio di domani del personaggio dell’anno 2013 del settimanale Time. Il sondaggio online è stato chiuso il 4 dicembre. Il maggior numero di voti è andato al ministro della Difesa dell’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi. Al secondo posto il primo ministro della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, e al terzo la cantante Miley Cyrus. La nomina del personaggio dell’anno…

Renzi faccia gol con l'assist di Berlusconi

Sono in molti a porsi la domanda se lo smart and cool neo segretario riuscirà a svangare la “burocratia” di via del Nazareno in quel di Roma. I rischi sono molti per uno che a fare il segretario di partito sotto sotto interessa poco, quasi un fastidioso per quanto obbligato passaggio per ben altro incarico. Per arrivarci deve però passare…

Così l'export può trainare la ripresa italiana

I segnali qualitativi più favorevoli per la nostra economia, evidenziatisi da alcuni mesi, si concretizzano finalmente anche negli indicatori quantitativi. L’incremento della produzione industriale di ottobre conferma che la recessione si è esaurita con il terzo trimestre e che in ottobre-dicembre si rivedrà, dopo 9 trimestri, un segno positivo nella variazione dell’attività economica. A favore di questa migliore dinamica produttiva…

L'Nsa sullo spionaggio dei videogiochi rischia la paranoia

Lo scandalo "Datagate" si arricchisce di un nuovo capitolo, passando dal mondo reale a quello virtuale. Sulla base delle nuove rivelazioni dell'ex contractor Edward Snowden al Guardian, poi condivise con il New York Times e Pro Publica, l'Nsa statunitense e l'agenzia omologa britannica (il Government Communications Headquarters, Gchq) oltre a controllare le vite di milioni di persone reali, avrebbero spiato anche…

Chi è Felice Romano, il capo dei poliziotti che fa il capo popolo alla Grillo

"Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma". Sono le parole di Felice Romano, segretario generale del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) e si riferiscono al gesto “distensivo” - per alcuni – o di routine – per altri – che le forze dell'ordine avrebbero fatto…

Un futuro “luminoso” per lo shadow banking

A conclusione di questa miniserie sullo shadow banking si può dire che abbiamo acquisito alcune informazioni tecniche, ma soprattutto sistemiche. Che poi sono quelle che ritengo più interessanti. Abbiamo scoperto, ad esempio, che le banche ombra hanno prosperato negli ultimi decenni contrabbandando l’illusione di essere riuscite a creare dei titoli totalmente privi di rischio (risk free). E non tanto perché…

Ecco come può lievitare il Nuovo Centrodestra (seguendo pure i Forconi)

Alle europee “da soli e con il nostro simbolo”, apertura alle proposta sulla legge elettorale di Renzi, attenzione alle istanze del movimento dei Forconi, scudisciata al governo Letta (“se non fa le riforme vada a casa”). Sergio Pizzolante, ex craxiano, poi berlusconiano, ora nel Nuovo Centrodestra, analizza le prospettive del partito alfaniano in vista delle europee, sul governo Letta e…

Pensioni, Renzi fa troppo il Grillo

Il tema delle pensioni "d'oro" continua a ritornare implacabile tra gli emendamenti alla legge di stabilità proposti dai parlamentari del PD. In una nuova versione, si vuole escludere il cumulo con altri redditi - non si capisce bene se per le nuove pensioni o quelle già in pagamento - per quelle superiori a un certo limite, 50.000 euro. Il Senato…

×

Iscriviti alla newsletter