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Le indagini della Polizia americana portano a un afroamericano di Fort Worth in Texas, nato 34 anni fa a New York. Secondo il Washington Post è questo l’identikit dell’uomo che si sospetta abbia compiuto ieri la strage alla Us Navy Yard. Il suo nome è Aaron Alexis ed è un dipendente di una società che gestisce servizi per conto dell’esercito Usa. Ancora non è chiaro se ad aprire il fuoco ieri mattina alle 8:20 sia stato solo lui o se contava sulla complicità di una o più persone.

“Un atto di codardia che ha colpito militari e civili qui, in casa nostra”. Così ha commentato la tragedia il presidente Barack Obama. Soltanto 8 chilometri separano la sede della Us Navy Yard dalla Casa Bianca.

“Sappiamo che molte persone sono ferite e altre sono morte… ancora non si conosce la dinamica dei fatti ma i responsabili devono essere portati davanti alla giustizia”, ha dichiarato Obama.

Dopo una giornata segnata dal mistero e da notizie smentite, il sindaco di Washington Dc, Vincent Gray, ha confermato il bilancio della sparatoria avvenuta al Navy Yard: 13 morti, compreso l’uomo sospettato di aver compiuto la strage. “Non abbiamo alcuna prova né indicazioni, in questo momento, che lasciano pensare a più di un cecchino, anche se non lo abbiamo escluso completamente”, ha detto il sindaco.

Il capo della Polizia, Cathy Lanier, ha inizialmente dichiarato che le squadre speciali si sono messe a caccia di due ulteriori sospetti in tenuta militare, ma nel corso della giornata uno di loro è stato fermato e rilasciato. L’altro, ancora libero, è un uomo afroamericano sui 40 anni, con abiti di colore verde militare.

Resta il silenzio anche sul movente: Gray ha detto che non ci sono ragioni per credere che si tratti di un atto terroristico, ma neanche per escluderlo.

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