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Secondo alcuni esperti il ciclone che si è abbattuto sulla Sardegna, scaricando una quantità d’acqua pari a quella riscontrabile di solito in sei mesi, se non evitabile poteva essere almeno prevedibile.

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LA PROTESTA FACILE

Come accade ad ogni tragedia anche questa mattina l’Italia si è svegliata in un clima di protesta per quanto accaduto. Le responsabilità politiche prima di tutto, i ritardi delle istituzioni poi. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha subito ricordato che l’avviso di allerta meteo emesso domenica dalla protezione civile nazionale indicava “un’elevata criticità del rischio idrogeologico sui settori orientali e centromeridionali della Sardegna”. E a respingere le accuse è stato anche il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli: “Il sistema di allerta nazionale ha fatto il suo dovere, è stato un evento eccezionale, chi ha lanciato false accuse ne risponderà”.

IL PARERE DEI GEOLOGI

Uno studio del Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Sardegna citato da Focus.it ricorda che in Sardegna sono 306 i comuni a rischio di dissesto idrogeologico. Dato che corrisponde all81% dei centri abitati dell’isola.

Secondo il presidente dei Geologi sardi, Davide Boneddu, nell’isola come altrove “talvolta i fenomeni di dissesto sono conseguenza, o comunque vengono intensificati, dalla mancata manutenzione dei corsi d’acqua, delle cunette stradali; dall’assenza di monitoraggio dello stato delle opere di difesa del suolo già realizzate sui versanti o più semplicemente dalla verifica di ispezione dei canali tombati all’interno dell’edificato”.

I DATI DEL CNR

Dopo il triste bilancio dell’evento che ha colpito la Sardegna risultano anche più significativi i dati statistici dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr che ha raccolto e analizzato dal 1963 ad oggi le informazioni sull’impatto che eventi di frana e di inondazione hanno avuto sulla popolazione italiana.

I dati evidenziano come il tasso di mortalità per inondazione della Regione sarda sia negli ultimi cinquant’anni più alto della media nazionale, mentre il numero delle vittime causate delle frane risulti nell’isola inferiore alla media.

In particolare negli ultimi cinquant’anni secondo i dati dell’Irpi sono 92 le vittime interessate dai fenomeni idrici (50) e geologici (42) in Sardegna, calcolate sommando la quantità di dispersi, deceduti e feriti.

 

 

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