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Una strana coppia quella che va formandosi a Milano venerdì 29 novembre. Corrado Passera e Michele Boldrin si troveranno per un aperitivo con i loro entourage e aperto a tutti i simpatizzanti di Fare per fermare il declino. Ma non è la prima e di sicuro non è l’ultima volta che si parlano e si incontrano. L’ex banchiere ed esponenti del movimento turbo liberista si sono infatti visti in settimana a Torino. E gli osservatori più attenti ricordano la presenza a sorpresa dell’ex ministro all’iniziativa romana di Fare in cui si diede annuncio di una federazione in fieri fra movimenti e micromovimenti della galassia liberale in vista delle elezioni europee e quindi di una lista unica di impronta liberale ed europea.

LE DIFFERENZE DI CARATTERE
Certo tra i due le differenze sono evidenti. Boldrin recita il ruolo professore genialoide, un po’ naif e molto istrionico, incline alla polemica, dal linguaggio diretto e tagliente. Passera è uomo prudente, composto, abituato a muoversi nel compassato mondo delle banche, capace di districarsi nei salotti che contano, portato più a ragionare pragmaticamente che a parlare la lingua del popolo.

LE DIVERSITA’ RISPETTO AL GOVERNO MONTI
I due non si amavano ai tempi del governo Monti quando Passera guidava il ministero dello sviluppo economico. Il Professore liberista, pur riconoscendo i meriti del governo Monti nel restaurare il ruolo dell’Italia in Europa, non ha mai digerito la timidezza di questo nelle riforme, in particolare nella riduzione della spesa pubblica, nella promozione di liberalizzazioni e privatizzazioni.

LA SIMBIOSI ATTUALE
Oggi la strana coppia si ritrova sotto l’ombrello del riformatorismo liberale. Boldrin ha stretto alleanze con tutti i piccoli movimenti liberali e repubblicani, e sta cercando di tenere intatto il movimento Fare dopo che la coppia Giannino-De Nicola ha costituito Ali e rischia di restare escluso dal dialogo con i montiani. Mentre Passera grazie alla collaborazione con la fondazione Nuova Italia di Pellegrino Capaldo è dedito alla promozione di un manifesto centrato su liberismo temperato e riforme istituzionali. Anche Passera gira al largo dei montiani, dove risiederebbe il suo alveo naturale, per le frizioni personali con Mario Monti e Luca Cordero di Montezemolo.

L’ABISSO DELLE VISIONI ECONOMICHE

Il divario più grande tra i due risiede nella visione economica, secondo gli osservatori più attenti. Passera viene dall’establishment bancario e da Poste Italiane, ha sempre guardato criticamente i piani di privatizzazioni delle grandi aziende statali, non è stato in prima linea per le liberalizzazioni e l’operazione sistemica per Alitalia è uno dei suoi fiori all’occhiello. Al contrario Boldrin si è speso per la privatizzazioni delle fondazioni bancarie, liberalizzazioni e soprattutto dismissioni delle aziende pubbliche. Gli uomini della connessione tra i due sono Ezio Bussoletti, membro della direzione nazionale di Fare e il coordinatore lombardo di Fare, Carlo Maria Pinardi, uomini che hanno rapporti personali con l’ex ministro e una visione più temperata al liberismo accademico di Boldrin. Un primo evento, anticamera del prossimo incontro, si è svolto in Piemonte proprio con Passera, Boldrin, Bussoletti e Pinardi.

LA MISSIONE COMUNE

L’idea è trovare un punto di incontro tra il colbertismo di Passera e il turbo liberismo di Boldrin così da costruire una lista riformatrice capace di competere tanto alle europee quanto alle amministrative. Una relazione politica fondata sul nuovismo e un sano realismo per sviluppare una piattaforma liberale, ma non troppo in ottica elettorale.

Che cosa vuole Fare Passera

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