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Ci risiamo. Ancora una volta la chiacchiera sullo “statista”.

Questa parola porta male, signori, ancora non l’avere capito?

Per giunta, trattasi di parola inventata di sana pianta, non esiste in nessun classico o libro decente sulla politica, là dove i politici vengono chiamati politici, stop. Comunque.

Allora, vediamo: Berlusconi dimettiti, così rilanci l’Italia.

Conseguenze:

1. Berlusconi si dimette (da cosa? E’ stato eletto, dunque la democrazia non rispetta più la sovranità popolare) e riapre i giochi: di chi? E per quali scopi? I magistrati vincono alla grande e con essi la sinistra stracciona, nichilista e delinquenziale che ci ritroviamo in questo sciagurato Paese: è questo il risultato? No, dicono i benpensanti, sei un fazioso, perché vincerebbe la Politica con la famosa p maiuscola, vale a dire salveremmo il governo Letta. Domanda al bambino scemo, tutti sanno rispondere: com’è nato il governo Letta? Da un patto Pdl-Pd favorito completamente da Berlusconi. Bene, e se tu fai un accordo economico con uno stakeholder decisivo e poi questo si sfila, che fine fa l’accordo? Logica elememtare, ma si sa chi fa il bravo e il professorino gioca sullo “stile”, sempre quello degli altri, ovviamente che a Roma si traduce così: fare il frocio con il culo degli altri, detto tra parentesi e con tanto di applicazione epistemologico-popolare a fondamento di siffatta verità, prima di tutto esistenziale, non meramente politica.

2. Siamo da vent’anni in uno stato di eccezione schmittiano conclamato e indecente. nessuno ne parla. Qualcuno ha detto: andando avanti così, verrà fuori una guerra civile; forse costui ha vissuto in qualche altro Paese o reale o mentale, ma la guerra civile è in corso, pienamente, da vent’anni. E i soliti educati borghesotti della politica dei salotti a ripetere: ma com’è volgare tutta sta roba qua, avete presente la canzone cantata da Mina, ma al contrario, non “ma che bontà, ma che bontà, ma che bontà questa robina qua”; invece: “ma che schifezza è sta roba qua”; certo, quando la realtà fa male e devasta, uno si chiude gli occhi e Fredu a ripetere a chi vuol capire: chi rimuove, alla fine promuove proprio quella realtà che rimuove. Infatti, chi ha rimosso, oggi è corrivo di questa sciagurata stagione politica italiana. Corrivo, come chi sapeva che il vicino veniva preso dalla OVRA e taceva; o chi sapeva che lo zio era stato fucilato dai partigiani, ma le cose dovevano andare così…corrivi, complici di questo male, non banale, ma triviale. E poi, a giustificare la falsa coscienza, c’è il sermoncino: e dai, perché non fai il rassegnato silente e non vai al macello? Detto anche da ex Cgil, il che dovrebbe far pensare e non poco, ma tiriamo avanti, tanto si tratta di Berlusconi e, in fondo, ecco il nodo vero, se lo merita.

3. E perché se lo merita? Perché ha avuto successo ed ha ancora, spaccato dentro e quasi ottantenne, successo: vince e stravince a confronto dei burocrati pellai di ogni stagione che, in vita loro, hanno sempre vissuto di prebende e favori, coi soldi pubblici, magari sbarcando ancora meglio il lunario andando a parlare di mercato a chi il mercato lo faceva ogni giorno, e senza aver mai vissuto un giorno in azienda o a vendere qualcosa. Anime morte che, di fronte all’uomo vivo, Chesterton docet, si incazzano e reagiscono come segnale da vagliare psicoterapeuticamente: la sua semplice esistenza è un atto d’accusa nei confronti della mia mediocrità.Si chiama invidia sociale e costituisce uno degli impedimenti allo sviluppo e al progresso civile che si possa immaginare, con tanto di documentazione ad appoggiare questa tesi. Lo schema è chiaro e belluino: potevamo tollerarlo, anche concedendo qualche favore, come imprenditore, ma come politico che si mette di traverso e rompe le palle ai comunisti che avrebbero reso l’Italia la nazione più sovietizzata e dopo il crollo del Muro di Berlino, bè questo non si può tollerare e accettare ed ecco che si scarica contro di lui la violenza leninista che non sente storie e non capisce neanche gli argomenti tecnici su amnistia, retroattività nada, qui si tratta di accoppare il Nemico, e che Schmitt con la sua bella teoria che ci fa tanto comodo, vinca. E ci fa anche comodo quel tal “giudice” che, a cena, con Franco Nero presente, dice che, se prende Berlusconi gli fa un mazzo così…e se capitasse a nostro figlio, domani? O a noi? Tutto regolare? E senza Berlusconi che combatte questo cancro istituzionale – di cui nessuno tra gli apologeti dello “statista forever” fa menzione – come faremmo domani a porre fine ad esso? Va tutto bene, anche questa magistratura da totalitarismo avanzato, pur di cavar fuori dalla scena, brutalmente, Berlusconi, ed illudersi così di trovare già pronto lo champagne per la festa a Bruxelles, al Partito Popolare Europeo, nato proprio dalla battaglia per la giustizia di gente come Sturzo e De Gasperi? Digeriamo tutto, il massacro di uno che significa il massacro come sistema di controllo totalitario per tutti, su tutti noi, pur di non aver più a che fare con un signore di 77 anni che prende, mezzo azzoppato, 9 milioni di voti, a regime di sovranità popolare imperante, vedi alla voce “democrazia”?

Ecco, il partitello dei civili apologeti dello “statista forever” a costo zero appoggiano tutto questo, volenti o meno, e mi spiace che ciò accada anche tra le fila di gente davvero perbene. Ma francamente questo è un segno dei tempi e allora mala tempora currunt.

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