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Con l’autorizzazione dell’editore e dell’autore pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi uscito sul quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, Italia Oggi.

Il 22 settembre prossimo la Germania rinnoverà il suo Parlamento. La Cancelliera uscente, Angela Merkel, è data in testa e con ampio margine di vantaggio da tutti i sondaggi, ma le elezioni tedesche potrebbero riservare qualche «cigno nero» alla stabilità dell’Eurozona.

La potenziale volatilità è incarnata dal neo partito AfD, Alternative fur Deutschland, guidato dal professore di economia ad Amburgo, Bernd Lucke. Un partito con un programma facile da comunicare: l’euro non è nell’interesse della Germania. Un partito totalmente anti moneta unica che punta a raccogliere i voti dei molti tedeschi stanchi dei salvataggi a ripetizione dei paesi mediterranei e dell’incapacità riformista dei casi Italia di turno. Una doppia occasione, elezioni e partito antieuro, che la speculazione non può lasciarsi sfuggire per mettere all’angolo la moneta unica e verificare nei fatti il «whatever it takes» pronunciato tredici mesi fa dal numero uno della Bce, Mario Draghi.

Una finestra migliore, come quella offerta dalle prime tre settimane di settembre, hedge fund e fondi non potevano immaginarla. Andare short sui titoli di Stato dei paesi incapaci di riformarsi e di cambiare passo, come l’Italia con il suo governo di larghe intese capace soltanto di produrre non scelte e rinvii, per riallargare lo spread con i Bund come nel dopo estate del 2011 puntando verso quota 400-450. Costringere, nell’emergenza, Italia e Spagna ad avviare l’attivazione del cosiddetto scudo antispread della Bce, cioè il programma OMT, con tutte le polemiche innescate dalla nuova ricaduta delle economie mediterranee.

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Attenzione, spread e speculazione in agguato

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