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Il bocconiano Mario Monti si è presentato alla trasmissione di Lucia Annunziata a Rai3, manifestando rancore, sicumera, superbia, livore nei confronti di alcuni amici di partito che gli hanno donato voti, per mantenere la sua posizione di prestigio personale in politica. Atteggiamenti del genere raramente si sono visti in passato da parte di uomini politici. Un leader che pretende rispetto e ossequio deve avere dalla sua i numeri  necessari per farlo, primo fra tutti il consenso popolare, il vero e unico elemento  su cui si regge la democrazia nelle istituzioni e nei partiti. Un leader è l’espressione e la rappresentazione, riconosciute dagli elettori, delle affinità ideali, di interessi e di scopi, e l’attitudine e la capacità a compendiarle. Non mi pare che fino ad oggi Monti abbia dimostrato d’essere un raffinato leader. Il senso civico che sale in politica è una stupidaggine: sono amenità, slogan, servono solo ad ammaliare gli elettori quando ci cascano. La società civile tutta buona e la politica tutta cattiva, come dice anche Grillo, non a caso Monti ha dichiarato più volte che il suo movimento si riconosceva per certi aspetti coi grillini, è una invenzione qualunquista e populista, che in questo tempo si va moltiplicando in modo inverecondo, con il sostegno deciso di quei poteri forti che Monti conosce molto bene da vicino, e coi quali i partiti popolari di scaturigine democratica cristiana(attenti, ho usato le minuscole) non hanno mai avuto niente a che fare. Ragionare,  opponendo politica cattiva a società civile buona è solo un modo per cacciare i vecchi e far salire in politica i nuovi, immaginando che il nuovo debba essere sempre migliore del vecchio. Infantilismo banale della vulgata corrente di opinionisti e di politici pret a porter. Sono vent’anni che andiamo avanti con queste menate. Il sen. a vita Monti ha anche fatto intendere che era restio a fare liste con Mario Mauro e l’UDC di Casini perché la cosa nuoceva alla sua immagine. E poi si è accucciato, perché? Passera, capita l’antifona alzò i tacchi e  andò via, poteva fare la stessa cosa il capo di SC. Illustre professore, sa che quando stava per comunicare l’accordo con l’UDC, lo Scudocrociato era stimato sul 7%,? E che, partita la campagna elettorale, sono andati in giro i suoi sodali ignobilmente a demonizzare l’UDC? E in Campania ci sono prove concrete! Fatto non nuovo, visto che anche lei sta ripetendo la litania in questi giorni nelle televisioni e nei giornali. Abbiamo udito tutti. Perché parla di Casini? L’UDC non è Casini, sono i tanti elettori che in Italia ancora votano un’idea feconda della nostra democrazia, che lei non riuscirebbe mai a mettere in pratica. Rispetto massimo per il ruolo docente di Monti alla Bocconi. Punto. Politicamente chi è? Ambiguo sin dal primo momento e ambiguo anche oggi. Per fare un solo esempio: a proposito di scegliere la collocazione europea. Prima col PPE, anzi, no e poi sì di nuovo, e poi ancora no. I maestri dc e il nostro credo ci dicono che in politica si serve e non ci si serve. Non a caso Paolo VI ha insegnato ai cattolici che la politica è la più alta forma di carità, e così è stata avvertita e praticata in tutti questi anni. Lo stesso Alcide De Gasperi intese la sua mirabile azione pubblica e di governo in tal senso, al punto che quando fu sconfitto dai giovani dc guidati da Amintore Fanfani si ritirò in silenzio, con stile signorile, senza interviste e senza proclami nella sua casa di Val di Sella, da dove continuò a tenere i rapporti con i suoi amici democristiani, e dove serenamente attese, in povertà, la fine dei suoi giorni terreni.

Monti, Casini e i democristiani

Il bocconiano Mario Monti si è presentato alla trasmissione di Lucia Annunziata a Rai3, manifestando rancore, sicumera, superbia, livore nei confronti di alcuni amici di partito che gli hanno donato voti, per mantenere la sua posizione di prestigio personale in politica. Atteggiamenti del genere raramente si sono visti in passato da parte di uomini politici. Un leader che pretende rispetto…

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