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Medioriente, Iran, Egitto e Corea. I fronti difficili che indeboliscono la legacy del presidente americano Barack Obama sono molti. Ma quello più pericoloso è tutto interno. La ripresa economica negli Usa è evidente, grazie anche agli stimoli monetari decisi dalla Fed che hanno rimesso in moto un credito bloccato dopo la crisi dei subprime, ma non basta. E il presidente tenterà di riaffermare la propria autorità in materia economica in un tour nel Paese, mettendo all’angolo i repubblicani che puntano al taglio della spesa pubblica e, quindi, dei programmi obamiani di sostegno alla domanda.

I punti del programma economico di Obama

Basta parlare di Datagate o del caso Trayvon Martin. Dopo mesi di dibattiti su armi, immigrazione e riforma sanitaria, Obama questa settimana svelerà il suo nuovo programma economico. La Casa Bianca ha dichiarato che Obama annuncerà nuove politiche per sostenere famiglie, manifatturiero, occupazione, immobiliare e istruzione. Ma l’obiettivo numero uno, spiega il Financial Times, sarà convincere l’opinione pubblica delle sue proposte in materia fiscale, argomento clou dello scontro con i repubblicani. Non si tratta di irresponsabilità sul debito, ma il focus del presidente restano le famiglie.

Il tour nel Midwest

E Obama si avventurerà in un tour da campagna elettorale nel Midwest per illustrare la sua agenda economica. L’offensiva, si legge sul New York Times, comincerà mercoledì a Galesburg nell’Illinois. A settembre, del resto, ricadrà il quinto anniversario della crisi finanziaria che ha causato la recessione nel Paese, e secondo quanto rivelato dalla Casa Bianca, Obama ha intenzione, in sostanza, di sbandierare i dati della ripresa e disegnare un nuovo cammino di crescita.

Il peso del debito pubblico

Gli Stati Uniti nel 2013 hanno già toccato il limite per i prestiti imposti dalla legge. Il Tesoro ha preso provvedimenti per gestire il debito pubblico, ma ad ottobre ci si ritroverà a dover innalzare ancora il tetto del debito (debt ceiling) per far fronte al fabbisogno statale. E un confronto sull’aumento del tetto del debito aveva già spinto sull’orlo del fallimento gli Usa nell’agosto del 2011. Sebbene si stia assistendo oggi ad una riduzione del deficit grazie all’aumento della pressione fiscale e alla ripresa economica, lo scontro previsto per ottobre potrebbe distruggere il clima di fiducia come era successo, appunto, due anni fa. E la minaccia di un downgrade continua a far paura.

Il taglio delle stime di crescita del Fmi

Il Fondo monetario internazionale, d’altra parte, ha appena tagliato le sue stime per la crescita Usa all’1,7% nel 2013 e al 2,7% nel 2014, riducendo entrambe le previsioni di uno 0,2% da quelle dello World Economic Outlook di aprile. E la sforbiciata, secondo l’istituto di Waghington, dipende dai tagli automatici che sono scattati nel Paese a seguito del fallimento di un accordo fiscale al Congresso, e che avrebbero indebolito la domanda privata. E sarà proprio questo il punto centrale dei discorsi di Obama, che dovrà maneggiarlo però senza alimentare lo scontro con i repubblicani, in vista di un accordo da trovare entro ottobre.

Il focus sull’economia di Obama

Ma le acque non sembrano troppo calme. “Invece di pensare a come aiutare la classe media americana, in troppi nel Congresso cercano di vincere battaglie politiche, anche su temi vecchi, a caccia dello scandalo”, ha detto Dan Pfeiffer, consigliere economico del presidente. “Nel giro di qualche mese – ha proseguito – ci ritroveremo davanti a scadenze critiche che richiedono l’azione del Congresso, non scontri politici che finiscono solo per indebolire imprese e famiglie. E il presidente vuole concentrarsi sulle questioni economiche, fondamentali”.

La linea dura repubblicana

Anche il portavoce repubblicano Jonh Boehner ha ribadito che fisco e debito sono “la maggiore minaccia per il futuro del Paese”. Ma, come ha quindi lasciato intendere, i repubblicani continueranno a tenere una linea dura sulla necessità di un taglio alla spesa pubblica per il contenimento del debito. “Non dovremmo essere giudicati per quanti provvedimenti emaniamo – ha detto riferendosi all’Obamacare e alle altre leggi dell’amministrazione Obama per il sostegno a famiglie e all’istruzione – ma a quante ne abroghiamo”, ha sottolineato Boehner. Spazio per le negoziazioni, a quanto pare, non ce ne sarebbe.

Usa, da dove riparte l'offensiva economica di Obama

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