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Scatto d’ira del flemmatico professore bocconiano che prende cappello e si dimette – udite udite – da leader del partito che ha fondato. Incredibile ma vero. Ma le divisioni interne al raggruppamento montiano covavano da tempo ed evidentemente prima o poi dovevano deflagrare.

Ecco i fatti. Undici senatori contro di lui sulla legge di stabilità è come se fosse una sfiducia, ha preso atto l’ex presidente della Commissione europea e senatore a vita.

L’ex premier ha diffuso una lunga nota alle agenzie per spiegare che le posizioni del ministro della Difesa, Mario Mauro, e quelle di dieci senatori di Sc che oggi hanno diffuso una nota congiunta rappresentano di fatto una “sfiducia”.

La nota del bocconiano

Dice Monti: “Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici più uno’ senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto. Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica. La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto”.

La posizione degli 11 compreso Casini

Il riferimento è a una dichiarazione arrivata oggi da undici senatori di Sc (tra cui Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc) che – esprimendosi a favore della legge varata dal governo definita “un primo passo nella giusta direzione” – è stata intesa da Monti come “una mozione di sfiducia nei miei confronti”. Alla loro richiesta di una verifica programmatica al capogruppo Susta, si è aggiunta anche la firma del ministro della Difesa, Mario Mauro.

La reazione di Monti

Da qui la reazione di Monti: “Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi”.

Chi sono gli 11 additati dal senatore permaloso

Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi.

Monti si dimette da Monti

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