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Padre del fotogiornalismo, Robert Capa il famoso fotografo ungherese, pur non essendo un soldato, visse la maggior parte della sua vita nei campi di battaglia, seguendo i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra cino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina.

Scorrendo le immagini in mostra non possiamo non rimanere colpiti ancora oggi per la loro immediatezza e per l’empatia che scatenano in chi le guarda. E questo lo spiega perfettamente John Steinbeck quando, parlando di alcune foto di Robert Capa, dice: “Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quella emozione conoscendola da vicino.” E infatti guardando le foto è come se fossimo accanto a lui che le scatta. La resa di Palermo, la distruzione della posta centrale di Napoli o il funerale delle giovanissime vittime delle Quattro Giornate di Napoli. E ancora, vicino a Montecassino, la gente che fugge dalle montagne dove infuriano i combattimenti. E le facce stanche di prigionieri tedeschi. Anche noi semplici osservatori di una guerra subita dalla gente comune, piccoli paesi uguali in tutto il mondo ridotti in macerie, soldati e civili vittime della stessa strage.

Sono immagini che abbiamo visto e rivisto, eppure ancora una volta ci affascinano malgrado oggi siamo subissati da fotografie di guerra, di dolore, di distruzione. Dove la differenza? Forse nel riconoscere che la guerra era un valore consolidato se pur drammatico? Mentre oggi non lo è più e nel suo quotidiano svolgersi è quasi normalità che per per essere compresa e portata all’attenzione deve essere spettacolarizzata mettendo in secondo piano la tragedia umana.

Robert Capa ci fa capire come il lavoro del reporter di guerra sia importante e al tempo stesso non debba indugiare sul dolore o la drammaticità, ma solo documentare con semplicità quanto la guerra sia dolorosa e odiosa, perchè solo così possiamo riflettere su quanto le guerre siano inutili.

Delle settantamila foto scattate in quasi quarant’anni di vita del fotografo e conservate a New York, all’International Center of Photography, una selezione di 78 fotografie sono ospitate fino al 6 gennaio 2014 nel Museo di Roma Palazzo Braschi, nella mostra Robert Capa in Italia 1943 – 1944. L’occasione è quella dell’Anno Culturale Ungheria Italia 2013 che coincide con il centenario della nascita di questo grande maestro della fotografia del XX secolo (1913–1954) e che racconta con scatti in bianco e nero il settantesimo anniversario dello sbarco degli Alleati in Italia.

Da vedere e… rivedere per chi già le conosce!

Museo di Roma – Palazzo Braschi http://www.museodiroma.it/
Dal martedì alla domenica ore ore 10.00 – 20.00

Scritto da Riccardo Cattani / BYCAM

Robert Capa in Italia 1943 - 1944 - foto di Teresa Mancini

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