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Non c’entra nulla il fatto di aver voluto la fusione tra Forza Italia e An, racconta un ex ministro come Altero Matteoli che di quei passaggi ne sa molto, provenendo proprio dall’ex Msi. Il nocciolo del problema sta invece nella giravolta di Gianfranco Fini, attacca. Per cui oggi non ha senso interrogarci sul nome o sul simbolo della nuova Forza Italia, serve invece pensare alle idee e non commettere gli errori del passato.

Perché serve una Forza Italia bis?
Non credo che serva. Prendo atto che il Presidente Berlusconi intende farla, ma dal momento che personalmente mi interessa poco il nome del partito o il simbolo rispetto ai contenuti, se questi ultimi saranno gli stessi che hanno fatto nascere il Pdl, allora non sarò certamente io a mettermi di traverso.

L’errore del Pdl crede sia stato quello di farsi partito, abbandonando la vocazione movimentista?
Se il Pdl dovesse farsi un rimprovero, credo sia quello di essere stato poco sui territori. In occasione delle elezioni politiche riusciamo ad avere successo, anche perché scende in campo Berlusconi in prima persona che “tira molto”. Mentre alle amministrative è sempre difficile ottenere risultati positivi.

Solo leggenda il malessere che serpeggia verso i ministri azzurri presenti nel governo?
Non c’è malessere, all’interno del partito però stiamo discutendo. Non c’entra nulla il dato di essere o meno nell’esecutivo, esiste un problema diverso che individuo nella fine dei blocchi sociali che fino a ieri si trasformavano in blocchi elettorali. Tutto ciò ormai è saltato e il Pdl non ha saputo interpretare né anticipare questi grandi mutamenti. Naturalmente se prima si rivolgeva direttamente a quei blocchi, nel frattempo sgretolati e direzionati verso Grillo o Monti, oggi occorre un cambio di passo. Il nodo sarà attirare consensi e proporsi come chi vuol realizzare il cambiamento.

Ma un cambiamento di contenuti ne presuppone anche uno di forma, o no?
A me dispiace che si discuta molto di simbolo e nome del partito, e meno delle idee da metterci dentro.

Quanto ha pesato nel mancato decollo del Pdl la fusione con An?
Ha pesato il fatto che, coloro che venivano da quel mondo, in primis Fini, hanno poi cambiato idea. Il governo è caduto per colpa di Fini, lui naturalmente lo rivendica come un merito. Ma lui che, assieme a tutti noi, aveva dato vita alla nascita del Pdl, determinando e condividendo con Berlusconi la nascita di un governo indicando anche i ministri di riferimento, poi ha cambiato idea. Ciò ha determinato una crisi profonda. In seguito c’è stata anche la nascita dei Fratelli d’Italia, ma la sensazione è che la vecchia An sia finita.

È in quella diaspora l’inizio della fine?
Da un lato Storace, dall’altro Meloni e La Russa, senza dimenticare quello che ha fatto Fini: beh, tutto ciò ha certamente influito. Non vedo dipendenza nel fatto di aver fatto nascere il Pdl, c’entra invece che l’ex leader di An ha poi deciso per altre strade. E ha abbandonato quei valori e quei punti di riferimento che appartenevano a quel bagaglio politico. Per carità, legittimo pensarla diversamente: ma questo ha portato al crash.

I liberali rifanno Forza Italia, i destrosi puntano su una nuova An, al centro si ricompongono i Popolari: proprio nulla di nuovo sotto il sole della politica italiana?
Coloro che rifanno qualcosa, se ci fa caso, sono gli stessi che non hanno avuto la possibilità di essere in parlamento o nel giro che conta. E che quindi, delusi, cercano di dar vita ad altri movimenti. Lo comprendo sul piano umano, meno su quello politico.

Quale allora la prima mossa della nuova Forza Italia?
Nessuno può prevedere ciò che pensa e che farà uno come Berlusconi.

twitter@FDepalo

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