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Si chiama Tao e già dal nome ricalca la “via” alla base del taoismo cinese. In realtà è un acronimo che sta per Tailored Access Operation, ossia operazioni per accessi mirati. Si tratta della struttura dell’Agenzia nazionale per la sicurezza che da almeno 15 anni compie intrusioni nei computer e nei sistemi di telecomunicazione della Repubblica popolare, producendo per gli Stati Uniti alcune delle “migliori e più accurate informazioni d’intelligence” sul Dragone.

A darne notizia è Foreign Policy nel bel mezzo dello scandalo che ha travolto la NSA per le rivelazioni ai giornali dell’ex consulente informatico Edward Snowden che ha svelato i massicci programmi di sorveglianza telefonica e online dell’agenzia.

Ancora prima che Snowden cercasse riparo a Hong Kong, la questione dello spionaggio informatico è diventata uno dei nodi centrali del rapporto tra Washington e Pechino.

Lo scorso fine settimana è stata in cima all’agenda del vertice informale in California tra il presidente Barack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping. Secondo quanto riferito da un diplomatico cinese alla rivista, l’enfasi sulla sicurezza informatica e sui casi di spionaggio di cui è accusata la Cina ha irritato Pechino.

Al tema è stato dato risalto sulla stampa. Nei mesi scorsi l’amministrazione statunitense ha più volte puntato il dito contro le intrusioni nei sistemi delle agenzie governative e soprattutto delle aziende sottolineando le ripercussioni economiche delle azioni cinesi. Appena ieri il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, e il capo di Stato maggiore congiunto, Martin Dempsey, riferivano a una commissione del Senato del colloqui tra Obama e Xi e del fatto che il presidente Usa abbia sollevato la questione con la controparte, oltre a evidenziare le capacità iraniane per ipotetici attacchi informatici.

Di contro Pechino ha sempre sottolineato che gli Usa non sono da meno quando si tratta di intrusioni informatiche. Business Insider cita una recente dichiarazione del portavoce della Difesa cinese, Geng Yansheng. “Siamo ancora relativamente deboli nel settore della protezione informatica e vulnerabili al cyber-terrorismo”, ha detto nel sottolineare come la squadra di esperti cinesi recentemente al centro delle cronache sia stata istituita per tutelare la sicurezza informatica delle forze armate.

Secondo quanto riporta Matthew Aid su FP, gli agenti di Tao sono capaci di entrare nelle reti, proteggersi da eventuali indentificazioni e copiare file e comunicazioni delle reti violate. Un metodo che ricorda le intrusioni cinesi denunciate dalla società privata di sicurezza Mandiant in un rapporto dello scorso febbraio, che  tracciava la fonte degli attacchi fino a un palazzo del esercito cinese a Shanghai.

Scrive ancora Aid che TAO, di cui a oggi ancora in molti all’interno della stessa NSA non conoscevano l’esistenza, sta crescendo ed espandendosi a tal punto da essere ormai sempre più difficile da tenere segreto. La stessa Cina potrebbe esserne a conoscenza. Non a caso alla vigilia del vertice tra Xi e Obama Pechino ha voluto ricordare agli Stati Uniti di essere in possesso di montagne di dati che provano le intrusioni americane.

Tao, la struttura Usa che spia la Cina

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