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C’era una volta la fissazione del Pd, o comunque della sinistra, per il programma, le proposte, le idee-forti, magari anche le riforme di struttura, o almeno la concertazione e la politica industriale, la difesa dei diritti ecc.

C’era una volta il programmone ulivista e quello dell’Unione che contenevano tutto e tutti, salvo poi non bastare per governare.

C’era una volta tutto questo, ora non c’è più. Il Pd si è berlusconizzato alla spasmodica ricerca di un leader che lo faccia vincere per davvero e definitivamente? Non è solo una dietrologia, o una interpretazione maliziosa. I fatti e le parole delle ultime ore conducono a questa conclusione.

La marea montante di renziani di nuovo conio, con improvvise e tumultuose conversioni sulla via di Firenze, lo testimoniano. E non solo perché l’area degli ex Ppi, denominata AreaDem, è pronta a sostenere Matteo Renzi alla segreteria del Pd “purché Matteo unica il partito”, è l’unica condizione posta dal ministro per il Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, per appoggiare senza se e senza ma il primo cittadino di Firenze al vertice del partito.

Sono le argomentazioni usate dal sindaco di Torino, Piero Fassino, per suggerire ai vertici del Pd di sostenere “Matteo” che devono fare riflettere sul vuoto programmatico su cui rischia di fondarsi la leadership di Renzi. Ascoltiamo le parole dell’ex segretario del Pd e attuale primo cittadino di Torino che al quotidiano la Repubblica ha elencato le tre ragioni per cui occorre sostenere Renzi.

Prima ragione: “Interpreta al meglio una profonda domanda di rinnovamento presente nella società italiana”. Rinnovo, dunque sono.

Seconda ragione dettata da Fassino: “Ha una proiezione mediatica che lo mette in presa diretta con una larga parte dell’opinione pubblica che va al di là della militanza attiva e raccoglie consenso fuori dal Pd e dal centrosinistra”. Ovvero: pesca tra moderati ed ex berlusconiani, quindi ci è molto utile per vincere alle elezioni.

Terza ragione enunciata da Fassino: “Supera gli steccati, in maniera trasversale, intercettando coloro che si sentono delusi: delusi dalla mancata vittoria del centrosinistra, delusi dalla sterilità delle proposte di Grillo, delusi dal centrodestra e da Berlusconi”.

Insomma, Renzi è perfetto, al di là delle idee che ha, che dice o che non dice: buca il video come Berlusconi, può ottenere i voti dei berlusconiani in uscita dal Pdl, può recuperare i voti Pd persi a favore di Grillo. Chi meglio di Renzi, dunque?

I programmi possono attendere. D’altronde è quello che con la consueta schiettezza dice l’ex direttore dell’Unità e del Riformista, nonché dirigente di lungo corso del Pci, Emanuele Macaluso: “Renzi come si dice dalle mie parti – dichiara il siciliano Macaluso al Fatto Quotidiano – è ‘esperto’. E’ uno capace. Vale a dire che ha una capacità di comunicare, la battuta pronta. Negli anni di cultura ‘superficiale’ che viviamo è perfetto”.

Renzi berlusconizza il Pd

C'era una volta la fissazione del Pd, o comunque della sinistra, per il programma, le proposte, le idee-forti, magari anche le riforme di struttura, o almeno la concertazione e la politica industriale, la difesa dei diritti ecc. C'era una volta il programmone ulivista e quello dell'Unione che contenevano tutto e tutti, salvo poi non bastare per governare. C'era una volta…

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