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Le sei raccomandazioni

Debito pubblico stabilmente in discesa, amministrazioni pubbliche efficienti, assicurare che nel settore bancario ci siano “pratiche di governo societario che sfocino in una maggiore efficienza e redditività”, attuazione delle riforme del mercato del lavoro con salari allineati alla produttività, trasferimento del carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente, apertura del mercato dei servizi. Sono queste le sei raccomandazioni della Commissione europea all’Italia, che dovrà attuare nel periodo 2013-2014.

Nel documento comunitario sul programma nazionale di riforma 2013 del’Italia che si integra con il parere sul programma di stabilità 2012-2017 (aggiornato), elenca le sei priorità.

Conti pubblici

Nel 2013 il disavanzo deve restare sotto il 3% del Pil per conseguire e mantenere l’obiettivo di medio termine a partire dal 2014, “realizzare avanzi primari strutturali per mettere l’elevatissimo rapporto debito/Pil (132,2% nel 2014) su una traiettoria stabilmente in discesa”; miglioramento duraturo dell’efficienza e della qualità della spesa pubblica attuando pienamente le misure del 2012 attraverso le revisioni periodiche approfondite della spesa a tutti i livelli amministrativi.

L’efficienza dello Stato

Secondo l’Ue l’Italia dovrà potenziare l’efficienza della pubblica amministrazione attuando tempestivamente le riforme in atto, semplificare il quadro amministrativo e normativo per cittadini e imprese, abbreviare la durata dei procedimenti civili e ridurre l’alto livello di contenzioso civile, anche promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali di risoluzione delle controversie; potenziare il quadro giuridico relativo alla repressione della corruzione, anche rivedendo la disciplina dei termini di prescrizione; adottare misure strutturali per migliorare la gestione dei fondi Ue nelle regioni del Mezzogiorno in vista del periodo di programmazione 2014-2020.

Il settore bancario

Per Bruxelles Roma deve inoltre promuovere nel settore bancario pratiche di governo societario che sfocino in una maggiore efficienza e redditività, per sostenere il flusso del credito alle attività produttive; proseguire i lavori di controllo qualitativo delle attività in tutto il settore bancario e agevolare la risoluzione dei prestiti in sofferenza iscritti nel bilancio delle banche; promuovere maggiormente lo sviluppo dei mercati dei capitali al fine di diversificare e migliorare l’accesso delle imprese ai finanziamenti, soprattutto sotto forma di partecipazione al capitale promuovendone la capacità di innovazione e la crescita.

Il mercato del lavoro e l’istruzione

ll quarto settore di raccomandazioni è quello del mercato del lavoro, dove l’Italia deve puntare a “un migliore allineamento dei salari alla produttività; realizzare ulteriori interventi a promozione della partecipazione al mercato del lavoro, specialmente quella delle donne e dei giovani” anche attraverso il miglioramento “dell’offerta di servizi di assistenza alla persona e di doposcuola”, “intensificare gli sforzi per scongiurare l’abbandono scolastico e migliorare qualità e risultati della scuola”.

Il fisco

Il quinto punto riguarda il fisco: Bruxelles raccomanda di “trasferire il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente”, “procedere alla riforma del catasto allineando gli estimi e rendite ai valori di mercato”, “proseguire la lotta all’evasione fiscale, migliorare il rispetto dell’obbligo tributario e contrastare in modo incisivo l’economia sommersa e il lavoro irregolare”.

Servizi e liberalizzazioni

Infine, il sesto punto delle raccomandazioni è quello sul mercato dei servizi, per il quale la commissione auspica l’eliminazione delle “restrizioni che sussistono nei servizi professionali” e la promozione dell’accesso al mercato, ad esempio, per la prestazione dei servizi pubblici locali ma anche il potenziamento della “capacità infrastrutturale” nei settori dell’energia, del trasporto intermodale e delle tlc, “tra l’altro al fine di superare le disparità tra Nord e Sud”.

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